La Nuova Sardegna

Sassari

Tentata rapina sul treno «Non avevo io il coltello»

di Nadia Cossu
Tentata rapina sul treno «Non avevo io il coltello»

Un giovane era stato minacciato a bordo. Gli indagati identificati dopo un mese Uno dei due arrestati ieri si è difeso: «C’ero ma non ho puntato nessuna lama»

22 gennaio 2022
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SASSARI. «Non ero io ad avere il coltello, non ho puntato nessuna lama sul volto di quel ragazzo. Ero fermo». Si è difeso così, il 22enne Giuseppe Pischedda, nell’interrogatorio di garanzia che si è tenuto ieri mattina davanti al giudice Gian Paolo Piana. Il giovane, difeso dall’avvocato Massimiliano Tore, è una delle due persone che il giorno prima di Natale avevano tentato di rapinare un ragazzo che viaggiava a bordo del treno nella tratta Sassari-Sorso. A distanza di poco meno di un mese dai fatti Pischedda e Lorenzo Spanu, di 21 anni, erano stati arrestati dai carabinieri di Sorso e a seguito dell’udienza di convalida erano stati mandati ai domiciliari.

Ma ieri proprio Pischedda ha spiegato al gip che non era lui a impugnare il coltello quel giorno. Ci sarebbe stata, in sintesi, una diversa attribuzione di nomi ai volti ripresi dalle telecamere di sicurezza a bordo del treno. Un errore. La vittima aveva infatti riferito che a puntarle il coltello era stato il ragazzo che indossava i pantaloni con i tasconi. E in effetti a esser vestito così era Spanu, non Pischedda. Quest’ultimo avrebbe, però, omesso di intervenire per fermare l’amico che aveva continuato a minacciare il giovane che tranquillamente ascoltava musica seduto nel sedile di un vagone deserto. L’avvocato Tore ieri ha chiesto l’attenuazione della misura per il suo assistito e il giudice si è riservato. Mentre Spanu è stato mandato in carcere perché durante la detenzione domiciliare aveva maltrattato i genitori.

A inchiodare i due – al termine delle indagini compiute dalla polizia ferroviaria di Sassari e dai carabinieri della stazione di Sorso – erano state proprio le registrazioni delle telecamere di sicurezza e le istantanee che ritraevano chiaramente il volto di entrambi. Spanu e Pischedda erano stati poi riconosciuti senza esitazione anche dalla vittima della tentata rapina e dal capotreno.

Era il 18 dicembre e i due indagati si erano avvicinati a un giovane, nonostante il vagone fosse praticamente vuoto il 21enne e il 22enne si erano seduti vicinissimi a lui cercando di afferrare lo smartphone che era stato poggiato sulla mensola del finestrino. Ma il ragazzo, accortosi che uno dei due stava allungando la mano verso il suo cellulare, era riuscito a impedirlo, si era alzato dal proprio posto e si era spostato nello scompartimento successivo. Forse infastiditi e capendo che il loro piano stava fallendo, lo avevano seguito e quando il giovane aveva invitato entrambi ad allontanarsi era spuntato un coltello. Le immagini della telecamera avrebbero consentito di identificare Spanu come colui che aveva puntato la lama sul volto della vittima. Arrivati alla stazione i due erano fuggiti.

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