La Nuova Sardegna

Sassari

San Sebastiano, cittadella addio

di Giovanni Bua
San Sebastiano, cittadella addio

Cancellato il progetto di riqualificazione dell’ex carcere atteso dal 2016, persi i 12 milioni di fondi

01 febbraio 2022
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SASSARI. La cittadella giudiziaria a San Sebastiano non si farà. I problemi tecnici legati al trasferimento degli uffici giudiziari tra le mura dell’ex carcere cittadino sono stati giudicati dai tecnici del ministero «insormontabili»: mancano gli spazi adeguati, la luce diretta, l’aerazione dei locali e tutta una serie di requisiti minimi indispensabili per ospitare uffici pubblici. E i 12 milioni di finanziamento dedicato sono stati semplicemente e, a quanto, pare, irrevocabilmente «diversamente allocati».

Quando questo sia successo è poco chiaro. C’è chi dice addirittura già nel 2018, chi solo di recente. Quel che è certo è che i soldi non ci sono più. E che il “naufragio” del federal building, pomposamente presentato da Agenzia del Demanio, Comune, Regione, ministeri vari come esempio di riqualificazione urbana e razionalizzazione dei costi, fosse una sorta di segreto di Pulcinella. Noto a quasi tutti (non ai cittadini sassaresi) ma mai ufficialmente svelato. Anche perché erano in molti a non gradire, in fondo, la maxi operazione e il trasferimento “coatto”.

Naufraga così un piano atteso, complesso e in fondo mai (almeno in certi ambienti) pienamente amato. Partito con la sottoscrizione nel 2014 del protocollo d’intesa tra i ministeri della Giustizia, dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, del Provveditorato alle opere pubbliche, del Comune e del Consiglio Forense, firmato dall’allora commissario straordinario del Comune, Guido Sechi (la leggenda narra che Sechi fece bloccare tutte le uscite del Palazzo per evitare che qualche firmatario se la desse a gambe all’ultimo momento). Portato avanti dal sindaco Nicola Sanna e dal ministro della Giustizia Orlando. Con il via libera ufficiale all’opera arrivato nel febbraio del 2016, con il preliminare licenziato dal Provveditorato interregionale per le opere pubbliche e l’avvio della complessa fase di controllo delle attività di vulnerabilità sismica, di rilievo architettonico e caratterizzazione del terreno conclusasi ai primi del 2018. Poi ad agosto la sottoscrizione in pompa magna dell’accordo di programma tra Comune, l’Agenzia del Demanio e i ministeri coinvolti, che averebbe dovuto avviare il procedimento per la realizzazione della Cittadella giudiziaria, l’assegnazione dei 12 milioni di fondi. E, in data da definire, la loro cancellazione.

Di tutta quella montagna di carte, incontri, parole e nastri tagliati restano solo le transenne che da tempo incorniciano le mura del carcere, intralciando il passaggio nel marciapiede di via Roma. Che lì rimarranno ancora per tutto il 2022.

C’è una parte del progetto “San Sebastiano” infatti che rimane in piedi, quella legata alle bonifiche e alla messa in sicurezza dell’area del vecchio carcere, con un finanziamento dedicato (1 milione complessivo, 600mila euro ancora da spendere) dell’Agenzia del Demanio. Negli anni sono state fatte un paio di bonifiche dall’amianto e ora si va avanti con le mura. Dell’iter informa Mario Perantoni, deputato e presidente della commissione giustizia, tra i più determinati nel seguire le tracce del progetto fantasma. Dal carteggio col Demanio emergerebbe che sono state recentemente completate le indagini conoscitive necessarie alla progettazione degli interventi che, dato il notevole pregio del complesso - dichiarato di interesse storico artistico ed architettonico dal Ministero della Cultura - hanno richiesto verifiche preliminari, concordate con la Soprintendenza. La selezione del progettista, relativa al restauro conservativo della cinta muraria e dei prospetti sulle vie Roma e Asproni è stata avviata il 30 dicembre 2021. Si prevede di concludere la progettazione a maggio e l'intero intervento entro l'anno.

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