La Nuova Sardegna

Sassari

Rubò in chiesa, inflitti 3 anni all’omicida di Aosta

di Nadia Cossu
Rubò in chiesa, inflitti 3 anni all’omicida di Aosta

Il 36enne di Sorso Gabriel Falloni si era introdotto nella parrocchia di Ossi e a casa del sacerdote

12 febbraio 2022
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SASSARI. Collegato in videoconferenza dal carcere di Aosta dove si trova rinchiuso per l’omicidio della 32enne romena Elena Raluca Serban, avvenuto lo scorso 17 aprile, Gabriel Falloni ha partecipato all’udienza che si è celebrata nel tribunale di Sassari come imputato in un processo per “furto in abitazione”. Al termine della discussione il 36enne di Sorso (difeso dall’avvocato Marco Palmieri) è stato condannato a tre anni, che è il minimo della pena previsto per quel tipo di reato (pluriaggravato e con recidiva). Nel caso specifico il furto era stato commesso nella chiesa di San Bartolomeo, a Ossi, e nella casa del parroco, don Andea Stara. Falloni era stato arrestato dopo qualche tempo in Germania con un mandato di cattura europeo emesso dal gip di Sassari.

I fatti risalgono al 2018 ed era stata una fioraia a indicare in Falloni l’uomo che quel giorno in cui lei stava allestendo la chiesa aveva visto allontanarsi con un borsone dalla casa del parroco. Qui qualcuno era riuscito a entrare dopo aver rotto una finestra, mentre in chiesa era stata forzata la porta della sacrestia. Don Andrea quella mattina si era allontanato dalla chiesa intorno a mezzogiorno e nel frattempo la fioraia aveva fatto la consegna ed era rimasta in parrocchia un paio d’ore per l’allestimento. Verso le 15.30 aveva visto uscire dalla casa del sacerdote un uomo con una borsa portapc nera. In seguito le erano state mostrate delle fotografie e lei aveva riconosciuto senza alcun dubbio Gabriel Falloni. Del bottino facevano parte un computer e un orologio. Le dichiarazioni della testimone oculare si sono rivelate decisive per la condanna dell’imputato.

Falloni è in attesa della sentenza per l’omicidio di Aosta. Nel corso dell’ultima udienza la Procura gli aveva contestato anche l’aggravante dei “futili motivi”. Elena Raluca Serban era stata trovata morta nel suo appartamento di Aosta con la gola tagliata, lo scorso 17 aprile. «Da quel giorno non penso che a tutto quel sangue – aveva più volte detto in aula il 37enne, reo confesso – sto male, le volevo bene, non riesco a levarmelo dalla testa».

Falloni in quella udienza non aveva saputo dire come e perché, dopo averla strangolata, avesse tagliato la gola alla vittima. Secondo la ricostruzione degli inquirenti aveva preso appuntamento con la donna dopo aver trovato il suo numero di telefono su un sito di annunci. A incastrarlo, prima della confessione, erano stati i tabulati telefonici e le riprese delle telecamere di videosorveglianza del condominio in cui era avvenuto il delitto.

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