La Nuova Sardegna

Sassari

I ladri fanno a pezzi i ricordi di una mamma

di Luigi Soriga
I ladri fanno a pezzi i ricordi di una mamma

Sono entrati e hanno devastato per gioco, decapitato statue e imbrattato i muri «Mi ha colpito la loro cattiveria: mia madre così è morta una seconda volta»

01 marzo 2022
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SASSARI. È stato come scassinare i ricordi, profanare l’intimità di un passato custodito con affetto, devastare quell’eredità di bellezza e passione lasciata da una mamma che non c’è più. E così farla morire una seconda volta.

Margherita Manca, maestra elementare della scuola di San Giuseppe, non credeva ai propri occhi. La notte tra sabato e domenica i ladri sono entrati nella casa di famiglia di Ploaghe: «Hanno distrutto ogni cosa, ciò che mi ha colpito di più è stata la cattiveria. Hanno spaccato porcellane, cristalli, vetri, vasi antichi, oggetti. Hanno imbrattato i muri con i liquori, decapitato le statue. Rotto ogni vetrina, rovesciato le cose per terra, con un accanimento disumano. Hanno calpestato la memoria e la storia di una persona speciale».

Anche la mamma era una maestra. Si chiamava Giulietta, di quelle insegnanti tutto d’un pezzo, severa ma allo stesso tempo carismatica e scherzosa. Aveva un grande talento: amava le cose belle e le piaceva circondarsi di questa bellezza. «Ogni oggetto, dentro quella casa, non era finito per caso. Dietro c’era una ricerca, c’era gusto e dedizione. Piatti, bicchieri, statue, argenti, soprammobili. La maggior parte dei quali acquistati all’ex gioielleria Chieffi, il cui proprietario era uno di famiglia. Non siamo mai stati una famiglia ricca, ma ciò che mia madre metteva da parte lo investiva così. Oggetti che messi ora sul mercato magari non hanno nemmeno più valore, ma che per noi sono pezzi inestimabili da un punto di vista affettivo». Chi entra in quella casa, questo amore lo percepisce dall’ordine e dalla perfezione con la quale ogni cosa è apparecchiata. Anche se non ci abita più nessuno, tutto è rimasto identico. «Mi chiedo come si ci si possa divertire così, usare una simile violenza, un vandalismo così cattivo. Quella casa era irriconoscibile». Sono entrati da una finestrella 50 per 50, hanno fatto incetta degli oggetti in oro e i argento, e poi hanno bevuto e si sono divertiti a spaccare tutto. Per chi in quella casa ha vissuto tanti anni e la vede come uno scrigno dei propri ricordi, è stato come assistere alla profanazione di un luogo sacro. «Mi sento di ringraziare con tutto il cuore i carabinieri di Ploaghe e il maresciallo Olmeo – dice Margherita Manca – perché hanno dimostrato una umanità e una empatia fuori dal comune. Hanno percepito subito il nostro dolore e si sono attivati per cercare di recuperare la refurtiva».

E infatti, a distanza di qualche giorno, alla famiglia arriva la telefonata. «Signora, siamo riusciti a trovare gli oggetti rubati, dovrebbe esserci quasi tutto». Li avevano nascosti all’interno di un casolare nell’agro di Ploaghe. Ancora i ladri non sono stati fermati, ma è molto probabile che lo saranno a breve. I militari, così come sono andati a colpo sicuro sul nascondiglio della refurtiva, è facile che conoscano anche gli autori del furto.

Rimettere in sesto tutti i cocci, invece, non sarà semplice. Purtroppo qualcosa, in quella casa e in quella perfezione estetica, si è rotta per sempre. Il ricordo è un attaccatutto formidabile e i familiari lavoreranno con amore per riassemblare quel piccolo capolavoro. Ciò che mancherà, purtroppo, è il tocco magico di maestra Giulietta.

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