Terapia intensiva al Segni, niente di fatto
Ozieri: l’apertura del reparto era prevista per il 5 febbraio scorso ma manca ancora il personale
04 marzo 2022
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OZIERI. Un mese dopo l’annuncio dell’imminente apertura, prevista per sabato 5 febbraio, non c’è ancora nessuna novità sul fronte dell’avvio dei nuovi posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva avanzata nell’ospedale Segni di Ozieri.
L’ostacolo principale a un celere avvio del servizio era quello del personale, che però stando al protocollo di intesa siglato con l’ospedale San Francesco di Nuoro avrebbe dovuto prevedere l’invio di personale dallo stesso San Francesco oltre che da Alghero. Stesso discorso era stato fatto per le attrezzature, ma quel problema era stato risolto in fretta perché il reparto-non-reparto di terapia intensiva del Segni era quasi del tutto pronto soprattutto grazie alle numerose donazioni provenienti da tutto il territorio già a partire dallo scoppio della pandemia. Sul fronte del personale, invece, non c’è stato ancora nulla da fare, in primo luogo per le carenze croniche che come si sa riguardano tutta la Sardegna, un po’ anche per il fatto che molto personale sanitario reclutato negli ultimi tempi sente pesare su di sé la spada di Damocle della precarietà e tanti ancora non sapranno né quanto durerà il loro rapporto di lavoro né se vedranno riconosciute le eventuali prestazioni aggiuntive. Senza contare che almeno per i primi giorni, dopo il grande lavoro iniziale tra Ozieri, Nuoro e Alghero per cercare di aprire il reparto entro sabato 5 o al massimo lunedì 7 febbraio, una piccola ondata di contagi tra il personale sanitario ha rallentato i lavori.
Quelli sino al 31 marzo, data di scadenza dei cosiddetti contratti Covid del personale sanitario, saranno quindi giorni cruciali anche per il Segni di Ozieri, dove l’apertura del reparto di terapia intensiva e sub intensiva avanzata era da subito stata salutata come un buon viatico per il definitivo accreditamento regionale dell’unità operativa. (b.m.)
L’ostacolo principale a un celere avvio del servizio era quello del personale, che però stando al protocollo di intesa siglato con l’ospedale San Francesco di Nuoro avrebbe dovuto prevedere l’invio di personale dallo stesso San Francesco oltre che da Alghero. Stesso discorso era stato fatto per le attrezzature, ma quel problema era stato risolto in fretta perché il reparto-non-reparto di terapia intensiva del Segni era quasi del tutto pronto soprattutto grazie alle numerose donazioni provenienti da tutto il territorio già a partire dallo scoppio della pandemia. Sul fronte del personale, invece, non c’è stato ancora nulla da fare, in primo luogo per le carenze croniche che come si sa riguardano tutta la Sardegna, un po’ anche per il fatto che molto personale sanitario reclutato negli ultimi tempi sente pesare su di sé la spada di Damocle della precarietà e tanti ancora non sapranno né quanto durerà il loro rapporto di lavoro né se vedranno riconosciute le eventuali prestazioni aggiuntive. Senza contare che almeno per i primi giorni, dopo il grande lavoro iniziale tra Ozieri, Nuoro e Alghero per cercare di aprire il reparto entro sabato 5 o al massimo lunedì 7 febbraio, una piccola ondata di contagi tra il personale sanitario ha rallentato i lavori.
Quelli sino al 31 marzo, data di scadenza dei cosiddetti contratti Covid del personale sanitario, saranno quindi giorni cruciali anche per il Segni di Ozieri, dove l’apertura del reparto di terapia intensiva e sub intensiva avanzata era da subito stata salutata come un buon viatico per il definitivo accreditamento regionale dell’unità operativa. (b.m.)
