Agente aggredito in carcere con una lametta
Un detenuto di Bancali ha ferito un poliziotto che cercava di disarmarlo. Il Sappe: situazione esplosiva
20 marzo 2022
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SASSARI. Ancora un’aggressione all’interno del carcere, ancora un agente della polizia penitenziaria ferito da un detenuto fuori controllo.
L’aggressione, secondo quanto denuncia il delegato nazionale Sappe per la Sardegna, Antonio Cannas, è avvenuta la notte tra giovedì e venerdì. Il detenuto, che già in passato aveva creato problemi all’interno della struttura, stava infastidendo gli altri reclusi ed è stato quindi spostato in un’altra cella, in un altro padiglione dell’istituto di pena. Qui avrebbe prima sputato addosso a un assistente capo, per poi ferirlo alle mani con una lametta mentre l’agente tentava di disarmarlo.
L’agente è stato costretto a ricorrere alle cure mediche nell’infermeria del carcere.
«È gravissimo quello che è accaduto, una violenza inaccettabile che ricorda a tutti quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari della Sardegna e del Paese», protesta Luca Fais, segretario regionale Sappe per la Sardegna. Il sindacato evidenzia la situazione esplosiva che si è creata nel carcere di Bancali, dove nel 2021 «si sono contati 80 atti di autolesionismo, 30 tentati suicidi sventati in tempo dal personale di Polizia penitenziaria, ben 89 colluttazioni e 11 ferimenti». «Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli istituti penitenziari dell’isola e del resto d’Italia - aggiunge Fais - sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Eppure, la polizia penitenziaria è stata incomprensibilmente esclusa, rispetto alle altre forze dell’ordine, dalla dotazione del taser, che può essere uno strumento utile per contenere le continue aggressioni».
L’aggressione, secondo quanto denuncia il delegato nazionale Sappe per la Sardegna, Antonio Cannas, è avvenuta la notte tra giovedì e venerdì. Il detenuto, che già in passato aveva creato problemi all’interno della struttura, stava infastidendo gli altri reclusi ed è stato quindi spostato in un’altra cella, in un altro padiglione dell’istituto di pena. Qui avrebbe prima sputato addosso a un assistente capo, per poi ferirlo alle mani con una lametta mentre l’agente tentava di disarmarlo.
L’agente è stato costretto a ricorrere alle cure mediche nell’infermeria del carcere.
«È gravissimo quello che è accaduto, una violenza inaccettabile che ricorda a tutti quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari della Sardegna e del Paese», protesta Luca Fais, segretario regionale Sappe per la Sardegna. Il sindacato evidenzia la situazione esplosiva che si è creata nel carcere di Bancali, dove nel 2021 «si sono contati 80 atti di autolesionismo, 30 tentati suicidi sventati in tempo dal personale di Polizia penitenziaria, ben 89 colluttazioni e 11 ferimenti». «Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli istituti penitenziari dell’isola e del resto d’Italia - aggiunge Fais - sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Eppure, la polizia penitenziaria è stata incomprensibilmente esclusa, rispetto alle altre forze dell’ordine, dalla dotazione del taser, che può essere uno strumento utile per contenere le continue aggressioni».