La Nuova Sardegna

Sassari

Piscine comunali, gara deserta a Sassari

di Giovanni Bua
Piscine comunali, gara deserta a Sassari

Il Comune proroga la concessione fino a ottobre e ripropone il bando. I sindacati: così non regge 

05 giugno 2022
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SASSARI. Gara deserta per la concessione del servizio di gestione e manutenzione delle piscine comunali di Lu Fangazzu e Latte Dolce, con il Comune che ne prende atto con una determinazione firmata dal dirigente Roberto Campus e tenta la carta della procedura negoziata per assegnare i due impianti per 18 mesi a partire dal 1 novembre, con proroga fino al 31 ottobre dell’attuale gestore.

La situazione è tutt’altro che semplice, non foss’altro perché coinvolge due importanti quanto malandate risorse cittadine, attorno a cui gravitano una cinquantina di lavoratori tra diretti e indotto, almeno cinque società sportive di cui due di alto livello e soprattutto centinaia di utenti che ogni giorno trovano ristoro nelle storiche vasche.

La grande fuga. Varie le criticità che hanno causato la “grande fuga” dalla proposta comunale. Palazzo Ducale infatti ha messo sul piatto una concessione che di fatto sconta quasi totalmente il canone dovuto, tenendo per sè anche le spese per il riscaldamento, ma il gestore dovrebbe prendere in carico sia le spese per l’elettricità, che i costi di manutenzione, che per i due impianti rischiano di essere veramente gravosi.

Il Comune dal canto suo è disposto a rimuovere il blocco delle tariffe, per dare un po’ più di spazio di manovra al nuovo gestore, ma il rischio è che, scaricando sull’utenza i maggiori costi di gestione, si accentui l’emmorragia degli utenti dagli impianti, che escono con le ossa rotte dagli anni di pandemia e a stento arrivano al 60% delle presenze pre-covid.

I conti non tornano. I conti insomma non tornano, visto che a fronte di poco più della metà delle presenze si sarebbero da affrontare costi per ora triplicati per l’energia, e inevitabili interventi “tampone” per tenere in piedi gli impianti che, per essere rimessi a nuovo, richiederebbero interventi da almeno 1 milione di euro.

I sindacati. A questo si aggiunge un ulteriore problema, squisitamente sindacale. Il Comune infatti nella prima versione del bando, e pare anche nella procedura negoziata, ha rimosso la cosiddetta clausola sociale che impone a chi subentra nella gestione di tenere il personale.

Si tratta di una dozzina di dipendenti diretti, che però diventano oltre 50 se si tiene contro anche dell’indotto, soprattutto delle società sportive. Anche la loro permanenza degli impianti potrebbe infatti essere a rischio. Nonostante le rassicurazioni date in consiglio comunale dall’assessora Rosanna Arru, che di recente ha risposto a un’interpellanza del Pd sul tema, nel nuovo capitolato non è presente la storica garanzia che prevede una “finestra” dedicata alle società a prezzi calmierati. Un nuovo gestore insomma, è la denuncia della Sic Cgil e della Uilcom Uil, potrebbe fare tabula rasa di dipendenti e società sportive per far quadrare i conti.

Lo schema del Comune. Conti che oggettivamente sono davvero difficili da far tornare, con il Comune che resta deciso ad applicare a Lu Fangazzu e Latte Dolce lo stesso schema usato ormai in tutti gli impianti cittadini: spese di concessione azzerate in cambio dell’impegno dei gestori a prendere in carico completamente (compresi i lavori di ristrutturazione) l’impianto.

Uno schema che andrà studiato e “messo a terra” dopo i 18 mesi di concessione a bando, con un appalto che inevitabilmente dovrà essere di lunga durata per assorbire lavori di ammodernamento degli obsoleti impianti che richiedono milioni di euro.

Settore in affanno. In attesa di questo però risulta difficile credere che un settore in affanno come quello delle piscine, con il Covid ancora alle porte e una crisi energetica che potrebbe essere solo all’inizio, si possa reggere in piedi senza un deciso supporto pubblico.

Lo spazio di manovra appare ridotto, ma la speranza è che, da cui a novembre, si trovi una strada per mettere in sicurezza le piscine e tutto il mondo che ruota intorno ai due impianti cittadini.

Piscine che, almeno fino al 30 ottobre, sono in sicurezza, con grande gioia dei tanti sassaresi che le affollano di estate e delle società sportive che potranno mandare avanti la loro attività.

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