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Sassari

Sassari, l'ambulante nel furgone incendiato: «Vivo per miracolo, 3 secondi d'inferno»

Nadia Cossu
Il furgone incendiato a Predda Niedda (foto Mauro Chessa)
Il furgone incendiato a Predda Niedda (foto Mauro Chessa)

Gennaro D'Alessandro, proprietario del mezzo: «Un uomo ha lanciato una bottiglia ed è fuggito, ho rischiato di morire»

09 giugno 2022
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SASSARI. «In tre secondi è andata in fumo la mia vita, e se fossi stato dentro il furgone, considerato che a volte mi capita di appisolarmi sul sedile, sarei morto di sicuro». Gennaro D’Alessandro, 65 anni, origini napoletane ma da una vita a Sassari, è il proprietario del mezzo che lunedì pomeriggio è stato distrutto dal fuoco, nella zona industriale.

Poco prima delle 16 una persona ha lanciato una bottiglia incendiaria e «in tre secondi» – sottolinea – i rotoloni di carta assorbente da cucina che l’ambulante vendeva sono stati letteralmente divorati dalle fiamme, insieme al furgone. «È successo tutto in pochi attimi – racconta ancora scosso il 65enne attraverso il suo avvocato Claudio Mastandrea – Ho visto una persona avvicinarsi e lanciare dal retro del mezzo una bottiglia. Io ero fuori dal furgone per puro caso, perché c’era un cliente, altrimenti avrei preso fuoco anche io. Non ho riconosciuto quel giovanotto, mentre gli gridavo “bastardo, bastardo” ho provato a inseguirlo, avevo dei sandali che a un certo punto ho perso e ho continuato a correre scalzo ma lui era molto più veloce e si è dileguato». D’Alessandro è quindi tornato indietro, ha visto che il furgoncino era avvolto dal fuoco, si è sentito male, un po’ per lo sforzo fisico un po’ per lo spavento e la disperazione. Si è reso conto che in pochi secondi aveva perso tutto: il suo mezzo di lavoro, i documenti, il telefonino. Quando a Predda Niedda, accanto alla sede della Numera dove l’ambulante era solito stazionare dalle 7 alle 19, sono arrivati i carabinieri del reparto radiomobile, il 65enne non stava bene. E per questo è stato accompagnato dal 118 in ospedale per poi essere dimesso in serata.

Gennaro D’Alessandro è molto conosciuto a Sassari dove vivono anche i suoi familiari: fratelli, figli, nipoti. E per questo alcune persone hanno avviato una colletta per cercare di dargli una mano e aiutarlo a ricomprare il furgone. Qualche precedente penale per droga alle spalle, processi a suo carico già conclusi e uno ancora pendente al tribunale di Tempio dove D’Alessandro è imputato insieme ad altre undici persone nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Cagliari legata all’operazione “Barber shop” (un traffico di droga tra la Campania e la Sardegna) che nel febbraio del 2020 aveva portato a quindici arresti.

I carabinieri di Sassari che hanno avviato le indagini dovranno ora valutare se l’attentato di lunedì pomeriggio possa essere in qualche modo legato a questioni del passato. [COPYRIGHT]©RIPRODUZIONE RISERVATA

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