La Nuova Sardegna

Sassari

L’inchiesta

La stangata sulle famiglie: «Fare la spesa è un lusso»

Dario Budroni
La stangata sulle famiglie: «Fare la spesa è un lusso»

Prezzi alle stelle Sassari tra le città più care: inflazione al 7,7% La storia di Anna: «800 euro per tre persone, vita impossibile»

29 giugno 2022
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Sassari La vita di tutti i giorni è ormai diventata una massacrante corsa al risparmio. Altro che tagliare il mese di palestra o la serata in pizzeria con gli amici: se necessario, adesso tocca fare a meno anche della frutta e della verdura. E lo sa bene Anna, 34 anni, un lavoro part time da 20 ore settimanali, 800 euro di stipendio e un bambino con disturbo dello spettro autistico da crescere insieme a un marito che, dopo il terremoto della pandemia, si è ritrovato a gestire la sua piccola attività sotto una pioggia di debiti. «Vivere non è mai stato facile, ma adesso lo è ancora meno – spiega Anna, sassarese (della quale non riveliamo l’identità per la tutela della privacy e del minore presente in famiglia, ndr) –. I rincari ci hanno dato l’ultima mazzata. Abbiamo anche cambiato città per pagare un affitto più basso. Ci siamo trasferiti da Sassari a Porto Torres, ma non basta: quello che risparmiavamo prima, adesso lo spendiamo in benzina».

Una storia uguale a tante altre che funziona da esempio perfetto. Perché sono sempre più numerose le famiglie che sono costrette a vivere con la calcolatrice costantemente a portata di mano. Succede dappertutto, ma a Sassari ancora di più. L’inflazione in città ha infatti fatto registrare il record del + 7,7 per cento. Quasi un punto in più del dato nazionale (+6,8) e poco al di sopra del dato regionale, cioè quel + 7,5 per cento che è più basso soltanto di quelli registrati in Trentino Alto Adige (+9) e Sicilia (+8,3).

Acqua alla gola. Il mix è micidiale: tra rincari al supermercato, bollette alle stelle, benzina fuori controllo, una guerra in Europa e oltre due anni di pandemia, il peso del quotidiano si è fatto insostenibile. Anna lavora nel settore della grande distribuzione, mentre suo marito ha due piccole attività nel settore della ristorazione. «La nostra maggiore fonte di reddito è rappresentata dagli 800 euro che guadagno io – racconta la giovane madre –. Mio marito, per via delle restrizioni della pandemia e di tutte le conseguenze che ci sono state, si è ritrovato con parecchi debiti. È successo a molti del suo settore. Quindi, ciò che guadagna dalla sua attività ora viene speso per quello, per pagare i debiti». È dunque chiaro che 800 euro per far vivere una famiglia non sono niente. E i conti sono presto fatti. «Tempo fa, proprio per risparmiare, abbiamo lasciato Sassari a causa del costo degli affitti – spiega Anna –. A Porto Torres paghiamo 500 euro per un appartamento abbastanza grande, mentre a Sassari ne avremmo speso circa mille. L’obiettivo era quello di ammortizzare le spese, ma da quando è aumentata la benzina è diventato inutile anche il trasferimento. Lavoriamo a Sassari e il nostro bambino frequenta la scuola lì. Siamo quindi costretti a viaggiare e a spendere tantissimo di carburante».

Spesa e bollette.  La benzina è aumentata. E lo stesso discorso vale per i prodotti al supermercato e per l’energia. «Faccio un esempio: l’ultima bolletta della luce normale, in un periodo già freddo dal punto di vista climatico, era di 70 euro – racconta Anna –. Quella successiva, all’inizio del periodo dei rincari, è stata di 400 euro. Ormai sono tutte così. Con uno stipendio da 800 euro come si fa? È impossibile». Naturalmente non è finita qui. Perché poi c’è l’incubo della spesa: anche fare un giro tra gli scaffali del supermercato diventa una esperienza da brivido. «Tutto costa molto di più, ormai la spesa è un lusso – prosegue Anna –. Certi giorni dobbiamo tagliare anche lì dove non avremmo mai pensato di farlo: sul cibo. E sto parlando di cose basilari come per esempio la verdura».

Una vita in rosso, dunque: «La nostra è anche una situazione particolare: nostro figlio, autistico, è in lista di attesa da cinque anni per ricevere le terapie del servizio sanitario. Terapie che stiamo pagando privatamente con i soldi della 104, che avrei voluto utilizzare per altri percorsi». Ovvio che è impossibile riuscire a mettere qualcosa da parte. «Sono più le volte che vado sotto – conclude Anna con un sorriso amaro –. I nostri unici ammortizzatori sono i soldi regalati al matrimonio. Avremmo voluto farci altro, ma li stiamo utilizzando per campare».
 

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