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Macchinette manomesse: tutti i sospetti su quattro ex dipendenti

Luca Fiori
Macchinette manomesse: tutti i sospetti su quattro ex dipendenti

A processo i lavoratori della ditta Break Vending di Daniele Desole

05 luglio 2022
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Sassari Il sospetto che quelle strane manomissioni e i guasti improvvisi alle manichette distributrici di cibo e bevande fossero state fatte da qualche mano “esperta” a Daniele Desole, sassarese di 60 anni, titolare della società “Break Vending” (una ditta che rifornisce vari H24 sparsi per la città), era venuto il 16 aprile del 2019, quando quattro dei suoi dipendenti, tutti sassaresi, si erano dimessi contemporaneamente senza alcun preavviso.

Ma ancora più strano era stato il fatto che gli stessi lavoratori erano poi andati tutti a lavorare da una ditta concorrente della società di Desole e in quegli stessi giorni si era sparsa in città la voce che la Break Vending stesse cessando l’attività. Il gestore di macchinette H24 in realtà non solo non aveva chiuso (e tutt’ora opera in città), ma i nuovi dipendenti, arrivati per sostituire quelli andati via, avevano trovato negli ingranaggi delle macchinette distributrici di bevande le prove di qualche danno realizzato ad arte.

Era scattata la denuncia e dalle verifiche era emerso che qualcuno aveva manomesso i ganci che bloccano l’erogazione dei prodotti, stracciato i fili delle macchinette e posizionato della scotch per bloccare il transito delle monete per il resto. Inoltre poco dopo l’estrapolazione dei dati del software che memorizza gli incassi di ogni macchina erano stati accertati ammanchi stimati in almeno 3000 euro.

Per i quattro ex dipendenti della Break Vendig A.D. di 56 anni, M.N., di 50 anni, C.S, di 46 anni e M. G, di 40 anni, finiti nel registro degli indagati con l’accusa di furto e di turbata libertà dell’industria o del commercio, era arrivato il rinvio a giudizio e i giorni scorsi il loro ex datore di lavoro (tutelato dall’avvocato Luigi Satta) ha ribadito in aula le accuse presenti nella querela presentata tre anni fa alle forze dell’ordine. Secondo l’imprenditore gli imputati non avevano mai dato segni di insofferenza sul luogo di lavoro, anche se i quattro ex dipendenti sostengono contrariamente che c’erano vari motivi di insoddisfazione. Dopo le contestuali dimissioni dei quattro lavoratori Daniele Desole aveva iniziato a ricevere disdette dalle aziende che avevano firmato con lui un contratto di fornitura dei cibi e delle bevande. Un fatto che lo aveva lasciato perplesso.

L’uscita di scena dei suoi dipendenti approdati a una società concorrente era coincisa proprio con la rinuncia da parte di vari clienti ai suoi prodotti.

Nel capo di imputazione formulato dal sostituto procuratore Ermanno Cattaneo, titolare dell’inchiesta, si legge che i quattro ex dipendenti della Break Vending si sarebbero anche impossessati - oltre che della cifra di poco più di 3000 euro - delle chiavi di apertura delle macchinette erogatrici e dei palmari in dotazione. Secondo la Procura i quattro ex dipendenti avrebbero «usato violenza sulle cose, consistita nell’applicare sulle macchinette erogatrici del proprio datore di lavoro ganci che non permettevano l’apertura del vano eroga prodotti, nel disattivare il meccanismo eroga bicchiere, nel rallentare notevolmente il meccanismo di erogazione del caffè, nello stracciare fili elettrici di collegamento, nonché -si legge ancora nel capo d’imputazione -adoperavano mezzi fraudolenti consistiti nell’apporre sulle macchinette del nastro adesivo per bloccare l’ingresso delle monete, nel collocare delle palette nel meccanismo che rendeva il resto ai clienti per impedire comunque turbare l’esercizio dell’attività di impresa della società Break Vending srl».

La prossima udienza, fissata per dopo l’estate, saranno sentiti dal giudice i quattro imputati, difesi dagli avvocati Luca Accardo e Letizia Doppiu Anfossi. In aula i quattro ex dipendenti della “Break Vending potranno difendersi dalle accuse mosse nei loro confronti dalla Procura della Repubblica e spiegare la loro posizione.


 

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