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A processo

Sassari, bimbo in overdose dopo aver ingerito eroina: padre accusato di lesioni

Sassari, bimbo in overdose dopo aver ingerito eroina: padre accusato di lesioni

Fortunatamente le cure dei medici del reparto di Pediatria e dei colleghi della Neuropsichiatria infantile dell’Aou avevano salvato il piccolo di 18 mesi

11 ottobre 2022
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Sassari Un anno fa per qualche giorno si era temuto per la sua vita. A soli 18 mesi un bimbo, figlio di una coppia di cittadini nigeriani residenti in città, aveva ingerito eroina all’interno dell’appartamento in cui viveva con la famiglia ed era finito in overdose. Fortunatamente le cure dei medici del reparto di Pediatria e dei colleghi della Neuropsichiatria infantile dell’Aou lo avevano salvato e restituito alla vita normale. Ieri mattina davanti al giudice di pace si è aperto il processo per il padre, un 30enne residente nel quartiere di Cappuccini, difeso dall’avvocato Carlo Pinna Parpaglia. Il bimbo, che ora sta bene, è tutelato dall’avvocato Federica Chironi, difensore e curatrice speciale. Dopo un lungo periodo all’interno di una comunità protetta insieme alla madre, da circa un mese il piccolo ha ripreso a vivere insieme a entrambi i genitori. Il processo per il padre - accusato di lesioni - potrebbe concludersi con una conciliazione e ieri dopo l’apertura è stato rinviato a gennaio. Durante la perquisizione dell’appartamento in cui vivono i genitori del bambino un anno fa gli investigatori della squadra mobile non avevano trovato tracce di eroina, ma solo una piccola dose di marijuana. È però possibile che il posto fosse stato “ripulito” immaginando che sarebbero scattati i controlli dopo il ricovero del bimbo in ospedale. I genitori erano stati interrogati dagli investigatori della squadra mobile e avevano dichiarato che il piccolo aveva raccolto da terra la bustina di eroina mentre giocava in un parco cittadino. Poi ritornati a casa sarebbe stato messo a letto dalla mamma che ore dopo, non riuscendo a risvegliarlo, lo aveva trasportato in ospedale. Una versione che non aveva convinto gli investigatori. L’ipotesi più avvalorata, infatti, rimane quella che il piccolo abbia ingerito la sostanza stupefacente mentre si trovava in casa. I medici fortunatamente erano intervenuti in tempo, praticandogli le terapie con il Narcan ed erano riusciti a salvargli la vita dopo alcuni giorni di apprensione. (l.f.)

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