Una delle 140 vittime

Morì nel rogo della Moby Prince: a Porto Torres rose rosse in mare per Gavino Bianco

di Gavino Masia
Madre e figlia abbracciate piangono commosse dopo aver lanciato in mare le rose rosse per ricordare l'amato marito e padre
Madre e figlia abbracciate piangono commosse dopo aver lanciato in mare le rose rosse per ricordare l'amato marito e padre

Vedova e figlia hanno ricordato il cameriere morto sul traghetto 32 anni fa davanti al porto di Livorno, sulla tragedia una lunga attesa di verità e giustizia

11 aprile 2023
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Porto Torres Abbracciate sulla banchina della Teleferica a Porto Torres per rinnovare il ricordo. Un mazzo di rose rosse in mare in memoria di Gavino Bianco, una delle 140 vittime della Moby Prince, vite umane sacrificate 32 anni fa, una tragedia sulla quale ancora troppi perchè sono rimasti senza risposta. Uno dei tanti misteri d’Italia. La vedova e la figlia di Gavino Bianco, cameriere di Ossi, 40 anni, sono arrivate a Porto Torres nel giorno di Pasquetta e come fanno ogni anno da quel giorno maledetto si sono abbracciate per un momento di raccoglimento in ricordo di quell’uomo, marito e padre.

Lacrime e commozione, un dolore composto che aiuta a non dimenticare. Gavino Bianco “vittima 121” della Moby Prince era stato trovato nel Saline Delux della nave, vicino alla serranda tagliafuoco. Un punto raggiunto con la speranza di riuscire a trovare una via di fuga dal rogo che invece non aveva lasciato scampo.

Madre e figlia hanno voluto ricordare a Porto Torres Gavino Bianco non potendo essere presenti a Livorno dove in occasione di ogni ricorrenza ci sono delle celebrazioni importanti, come quella di ieri sera con il lancio in mare di una corona della Presidenza della Repubblica. La vedova è la figlia sono arrivate di prima mattina nello scalo portuale turritano, provenienti da Ossi, e hanno atteso che la motonave che collega la città con l’Asinara prendesse il largo per lanciare le rose rosse in mare. La volta precedente avevano scelto la baia di Balai per ricordarlo: il mare come simbolo di collegamento e di unione, per cercare un abbraccio simbolico con il loro caro. La figlia Gavina, porta il nome del padre. Con tanto orgoglio e amore. Non era ancora nata quel giorno della tragedia, il 10 aprile del 1991, quando la Moby Prince entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo nella rada del porto di Livorno. In seguito all'urto si sviluppò un vasto incendio, alimentato dal combustibile fuoriuscito dalla petroliera, che avvolse il traghetto e causò la morte di 140 persone che, tra passeggeri ed equipaggio, si trovavano a bordo. L'unico sopravvissuto fu il giovane mozzo napoletano Alessio Bertrand. Una tragedia su cui hanno lavorato in tanti alla ricerca della verità, anche con Commissioni di inchiesta ma il mistero non è stato svelato.

Ieri mattina, dopo 32 anni, la vedova e la figlia di Gavino Bianco sono rimaste abbracciate nella banchina, mentre la brezza di libeccio accarezzava il viso. Una preghiera e un saluto, un rito semplice e e commovente che alimenta la speranza di verità. Per Gavino Bianco e per tutti i morti della Moby Prince.


 

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