La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari

Un ultimo abbraccio nel mare per salutare l’amico surfista

di Giovanni Bua
Un ultimo abbraccio nel mare per salutare l’amico surfista

Nella baia di Porto Ferro la toccante “cerimonia di pagaia”

23 agosto 2023
2 MINUTI DI LETTURA





Sassari Quando un surfista viene a mancare la comunità si stringe attorno a lui e alla sua famiglia con un grande abbraccio in mare. Ci si dispone in cerchio a qualche centinaio di metri dalla riva e ci si tiene per mano in segno di amicizia e fratellanza. Si tratta del paddle out, la “cerimonia di pagaia” un momento di grande condivisione e di unione mutuato da un’antica tradizione hawaiana e adottata negli anni in altri luoghi del mondo come la California, l’Australia e il Portogallo, dove il surf è venerato. Oggi alle 18.30, per la prima volta nel nord Sardegna e tra le prime nell’Isola, il suggestivo abbraccio avverrà nelle acque di Porto Ferro, di fronte alla torretta all’inizio della spiaggia. Il luogo dove trent’anni fa nacque il primo embrione del gruppo dei surfisti sassaresi. Ventenni accomunati dalle passione per il mare nella sua forma più maestosa, cercavano le onde e, più o meno consapevoli, un posto loro quale via di fuga dalla società troppo veloce, troppo esigente. Porto Ferro era divenuta la loro casa e tra loro c’era anche Marco Tola, tra i fondatori, pochi anni dopo, dell’associazione Vosma, i volontari per il soccorso a mare dove ora lavora suo figlio diciottenne. Amante della baia dove stasera riceverà l’ultimo saluto, tanto da essersi trasferito a vivere poco lontano con la moglie e il figlio. Marco è scomparso all’inizio d’agosto, dopo una rapida e spietata malattia.

«Dopo trent'anni – spiegano i suoi amici – con qualche ruga e capello bianco in più, abbiamo deciso di ritrovarci per uno di noi che non c’è più, nel modo più spontaneo e naturale, stando in acqua, di fronte a quel mare che ha forgiato la nostra gioventù, regalandoci momenti indelebili scanditi dalla mareggiate. Marco è stato uno dei primi a Porto, sapeva andarci sul surf, sempre di poche parole, il suo sorriso era spesso accennato ma quando ne prendeva una bella (di onda) ti ci potevi specchiare. L’estate dormivamo spesso sotto le stelle, quando non sapevamo che cosa avremmo fatto da grandi, con lo sguardo rivolto all’insù parlavamo di onde, di viaggi, di musica e feste. Marco ci aveva parlato di una ragazza che gli piaceva ed era arrivata da poco a Porto Ferro, si chiamava Valentina, diceva che era troppo bella e mai l’avrebbe voluto; qualche giorno dopo ci parlò, divenne sua moglie. Ciao Fratello d’Acqua».

In Primo Piano
Dopo la tragedia

Ivan Putzu, papà di Gioele a Fedez: «Potevi non cantare e rispettare il mio dolore»

Le nostre iniziative