Sassari, pronto soccorso: in 10 mesi 101 donne vittime di violenza
Sono i dati registrati dall'Aou che ha istituito il codice rosa
Sassari Fra gennaio e ottobre, sono stati 101 casi di donne vittime di violenza registrati al pronto soccorso dell’Aou di Sassari: in 46 episodi, si è trattato di violenza di genere. Negli altri 55 casi, 24 volte le violenze sono avvenute in famiglia e in sette casi sul posto di lavoro. I dati mostrano come il fenomeno della violenza di genere rappresenti un problema sociale complesso e diffuso. Numeri che sono stati esposti ieri sera, durante il convegno “Codice Rosa: percorso di assistenza alle vittime di violenza. L'impegno dell'Aou di Sassari”. «Il quadro delineato dagli esperti fa capire quanto il potenziamento dei servizi di supporto alle vittime e la sensibilizzazione continua siano fondamentali, per garantire una società equa e libera dalla violenza di genere – spiegano dall’Aou – e l’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari è partita proprio da qui, con la presentazione di un percorso assistenziale che, rispondendo alle linee guida nazionali, è stato approvato a luglio di quest’anno». Il percorso rappresenta un vero e proprio strumento di aiuto, che ha l’obiettivo di garantire una tempestiva e adeguata presa in carico delle donne, e dei loro figli minori, a partire dal triage del Pronto soccorso: «Uno strumento che le accompagni e le orienti, se consenzienti, ai servizi presenti sia all’interno della Aou sia sul territorio, per elaborare un progetto di assistenza multidisciplinare per la fuoriuscita dall'esperienza di violenza».
A moderare gli interventi che si sono succeduti in un'aula magna gremita, sono stati la professoressa Alessandra Nivoli e il dottor Fabrizio Demaria, referenti del Coordinamento codice rosa, previsto dall’Aou come figura trasversale della Clinica psichiatrica e la Psicologia ospedaliera, e che coinvolge un gruppo multidisciplinare di professionisti al servizio della vittima di violenza. La genesi del percorso è stata presentata da Fulvia Ferrari che ha ricordato come il pronto soccorso sia la porta d’accesso: «È importante che vengano colti subito i segnali di questa violenza – ha detto la dottoressa Laura Piras, del Pronto soccorso generale -, perché le possa essere attribuito subito un codice di priorità». Si tratta del codice rosa, un codice virtuale definito nel contesto dell'organizzazione del Pronto Soccorso, che attiva un percorso specifico con il coinvolgimento di vari professionisti: lo psicologo, lo psichiatra, il ginecologo, l’infettivologo, il medico legale e gli assistenti sociali.