Sassari, l’idea dell’urbanista Benito Schirru: «Gli alberi al posto delle tombe»
Il professionista di 86 anni presenterà il suo progetto al Comune. «Basta consumare la terra con nuovi loculi, sogno un bosco verde accanto al cimitero»
Sassari Le ceneri in mezzo alla terra e un albero che allunga i suoi rami verso la luce del sole. Altro che lastre di marmo e mura di cemento: Benito Schirru, urbanista di 86 anni, il cimitero del futuro lo immagina esattamente così. Come un bosco verde e rigoglioso che vive e si espande in ricordo di chi non c’è più. «Stiamo continuando a costruire quelle che non sono altro che case per i morti – spiega Schirru –. Allo stesso tempo, dunque, continuiamo a inquinare e a cementificare la poca terra libera che ci è rimasta. Serve una alternativa». Il progetto non è soltanto nella sua testa. Benito Schirru ha preparato i primi rendering e presto consegnerà tutto al Comune. Geometra in pensione, e nel 2010 il laureato più anziano d’Italia in pianificazione territoriale urbanistica e ambientale, ha le idee piuttosto chiare. «Basta consumare terreno agricolo – dice –. Abbiamo invece bisogno di alberi, che sono fondamentali per la vita degli animali e di noi umani. Il mio progetto è insomma questo: un fosso, le ceneri nella terra e un albero, al posto della tomba, innaffiato e cresciuto dai parenti e dagli amici della persona scomparsa».
Gli alberi. L’alternativa ecologica al cimitero fatto di pietra e cemento ha già cominciato a prendere piede a spasso per il mondo. Benito Schirru, che negli anni ha più volte presentato i suoi visionari progetti ai Comuni, adesso sogna la stessa cosa per Sassari. L’urbanista parte dal rispetto per l’ambiente, ma nel suo progetto ci mette anche la poesia. Un po’ come Francesco Guccini in una canzone di 54 anni fa, dove per sé immaginava una tomba fatta proprio di rami e di foglie: «E così assieme vivremo in eterno, qua sulla terra, l’albero e io». Benito Schirru la pensa più o meno allo stesso modo. «Se mio padre fosse stato sepolto in questo modo – dice –, mi sarebbe piaciuto andare a trovarlo davanti al suo albero e raccogliere anche i frutti. Credo che sia più bello pregare di fronte a una pianta che cresce, in un piccolo bosco, piuttosto che davanti a una lapide di marmo». Poi ovviamente viene tutto il resto: il consumo del suolo. Benito Schirru, proprio mentre il Comune si prepara a costruire nuovi loculi per ampliare il cimitero, presenta così il suo ultimo progetto. «Ricordo bene i vecchi orti di Sassari – dice l’urbanista –. Un grande tesoro che è stato poi cancellato, anche per ingrandire l’attuale cimitero. Un vero peccato. Adesso, lì attorno, resta solo una parte libera di terreno e spero che si prenda in considerazione questa mia proposta».
Cimiteri verdi. Schirru, tra l’altro figlio di un forestale che ha piantato alberi un po’ in tutta la Sardegna, sogna dunque un bosco accanto al camposanto, ormai sempre più circondato dai capannoni della zona industriale. Ma non solo. La sua idea è quella di una sorta di cimitero diffuso. «Esistono tante altre aree in attesa di essere riqualificate – spiega l’urbanista –. Ogni anno a Sassari muoiono circa 1400 persone. E se piantiamo 1400 alberi, nel giro di pochi anni la città esploderà come un giardino meraviglioso. Certo, bisogna cambiare un po’ la cultura della gente: pregare davanti a un albero. Ma è un concetto che reputo interessante. È come se il defunto, attraverso l’albero che cresce sulle ceneri, restasse in qualche modo ancora vivo». Benito Schirru immagina insomma un giardino, un bosco, un luogo di silenzio e di pace con un po’ di panchine e naturalmente una targhetta con nome e cognome su ogni fusto. «A me, ovviamente, in tasca non entra proprio nulla – dice l’urbanista sassarese –. È un progetto che metto volentieri a disposizione della comunità. Dobbiamo difendere l’ambiente e questo può essere un modo per salvare la terra e donare un po’ di verde alla città».