La Nuova Sardegna

Sassari

L’addio

I funerali di Chiara Urgias e Christian Foddai, insieme anche nell’ultimo viaggio

di Davide Pinna

	L'ingresso dei feretri in chiesa (foto di Ivan Nuvoli)
L'ingresso dei feretri in chiesa (foto di Ivan Nuvoli)

Don Paolo Mulas: «La rabbia è comprensibile, ma ci distruggerà. L’amore e la speranza salveranno i nostri cuori»

23 marzo 2024
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Sassari Non è bastata, la grande rotonda della chiesa parrocchiale di Sant’Orsola, per contenere tutto l’amore e l’affetto che la città ha voluto rivolgere a Chiara Urgias e Christian Foddai nel giorno dei funerali. Domenica scorsa la vita dei due fidanzatini, 16 anni lei e 19 lui, si è spezzata in un incidente stradale sulla Sassari-Alghero, in cui ha trovato la morte anche Antonello Murineddu. Erano insieme quel giorno e lo sono stati anche ieri: la bara bianca di Chiara e quella di Christian, l’una accanto all’altra.

Di fronte, centinaia e centinaia di persone, molte rimaste fuori dalla chiesa: i familiari, gli amici e i compagni di scuola che impacciati replicavano i gesti della liturgia e cercavano di trattenere lacrime e singhiozzi, increduli.

«Non avremmo voluto salutarvi così, vorremmo cancellare il dolore delle vostre famiglie – cominciava così, la lettera letta dai cugini di Christian, dopo la funzione -. Ricordiamo il tuo carattere forte, a volte musone e a volte solare. E Chiara, sempre sorridente e dolce, non aveva conquistato solo te, ma tutti noi. La vostra morte è stata un’ingiustizia: oggi parliamo alle coscienze nostre e di tutti, viviamo in una realtà egoista. E allora forse è il momento di alzare la voce e rivolgere un appello a chi mette a rischio la vita degli altri con comportamenti pericolosi». Don Paolo Mulas ha poi letto alcuni passaggi di un’altra lettera, scritta per Chiara da un’amica: «Troppo spesso rimandiamo a domani quello che possiamo fare oggi. Da quella domenica ho imparato a non rinviare mai più. Sarai sempre con noi e festeggeremo insieme i 18 anni che tanto aspettavi».

Un silenzio quasi irreale e un dolore composto hanno accompagnato tutta la celebrazione, officiata dall’arcivescovo di Sassari Gianfranco Saba con don Paolo Mulas e don Luigi Maiocchi. Le bare sono entrate in chiesa accompagnate dal canto Amazing Grace. La messa è stata introdotta dalle parole di Saba: «Quando la morte bussa in modo così inaspettato e violento, le domande si fanno ancora più profonde e assillanti e le parole non hanno un grande significato. L’unica cosa che si può fare è affidarsi completamente al Signore, certi che Chiara e Christian, che avevano davanti tutta la loro esistenza, ora la vedranno compiuta nell’eternità in Dio». «La rabbia è un sentimento comprensibile – ha aggiunto don Mulas – in queste circostanze. Ma anche se sembra tenerci in piedi, in realtà ci distrugge: se non è accompagnata dalla speranza, logorerà i nostri cuori. A tenerci in piedi saranno l’amore, l’amicizia e la speranza che Chiara e Christian hanno costruito in questi anni».

Le bare hanno lasciato la chiesa poco dopo: nel grande piazzale gli amici hanno accolto Christian e Chiara con il lancio di una salva di palloncini bianchi, verdi e blu: «Vola in alto mio piccolo angioletto. Proteggici», «Ti vogliamo bene Chri, vola in alto» si leggeva su alcuni. È stato poi il tempo degli abbracci e del tentativo di consolare il dolore delle due famiglie. Del pianto a dirotto di ragazzi e ragazze così giovani che forse si sono ritrovati per la prima volta a fare i conti con la morte ieri, salutando quei due amici innamorati che sembravano avere tutta la vita davanti.

Le due bare, scortate dalla polizia locale, sono poi partite verso il cimitero. Insieme, anche nell’ultimo giorno. 

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