Porto Torres sotto choc per la morte di padre e figlio
Il presidente della società di calcio: «Gavino era un ragazzo straordinario»
Porto Torres Gildo e Gavino. Padre e figlio sempre insieme, un legame fortissimo. Accomunati da tante passioni, a cominciare da quella per il calcio. Gavino faceva il portiere, cresciuto nelle scuole calcio a Porto Torres dove aveva imparato a stare tra i pali. Gildo, come lo chiamavano tutti a Porto Torres, era un bravo muratore. Aveva nelle mani il mestiere, come si usa dire. Ieri, 23 novembre, al campo di via Antonelli che Gavino frequentava quasi ogni giorno e dove anche Gildo era di casa, attività sospese. Niente partite in segno di lutto d’intesa tra la gestione dell’impianto e le società.
Giovanni Casali, preparatore dei numeri uno, punto di riferimento per tanti ragazzi che hanno intrapreso la carriera di “difensore della porta” se lo ricorda bene Gavino: «L’ho allenato dai sette fino agli undici anni – racconta – profondamente scosso dopo avere ricevuto la notizia della tragedia – era sempre puntuale e aveva una gran voglia di apprendere. Mi aspettava davanti a casa già vestito da portiere, pronto per andare agli allenamento. Un ragazzo straordinario, tenace, con tanta voglia di fare. Era un bel numero 1. Mi dispiace tanto, oggi è davvero una brutta giornata».
Il calcio non l’aveva mai mollato, Gavino Puledda. E fino a poco tempo fa aveva militato in Terza Categoria a difesa della porta dell’Ale Castiglia, una formazione speciale, nata nel ricordo di un altro ragazzo che aveva perso la vita in un incidente stradale. E Giacomo Castiglia, presidente della società, non trattiene le lacrime: «Gavino, un ragazzo speciale, si era inserito bene nella nostra squadra. Semplice, disponibile, capace di fare grandi sacrifici per giocare a calcio in un ambiente che gli piaceva. Piangiamo un piccolo amico con un grande cuore». E le giovanili, le scuole calcio di Porto Torres Gavino Puledda se l’era fatte quasi tutte passando per i Quartieri Riuniti e anche per la Turritana.
Pier Paolo Montes, fondatore della società, tecnico e dirigente che ha seguito tanti ragazzi nel corso degli anni, ci mette pochi secondi a focalizzare il ricordo di “quel portierino”. «Aveva talento e passione – racconta Montes – e sapeva davvero stare in campo. Si entusiasmava per le cose semplici, un esempio per i suoi compagni. Ci sapeva fare e in un torneo era stato premiato come miglior portiere: ricordo la sua espressione, quel sorriso di bambino felice con la coppa tra le mani. Che tristezza quando ho saputo la notizia, il destino sa essere davvero crudele».
Originario di Ittiri, con cui aveva mantenuto un forte legame, Gildo Puledda si era trasferito a Porto Torres una ventina di anni fa quando si era sposato. Anche ieri pomeriggio aveva fatto un salto nel paese in cui vivono ancora i suoi parenti e ha trovato la morte insieme a suo figlio mentre insieme rientravano a casa. (cr. sas.)