Comune di Sassari e Regina Margherita, scontro sull’ex convento
Al centro della contesa la proprietà della storica struttura di San Pietro e i vicini orti
Sassari Potrebbe finire presto in tribunale il contenzioso tra l’associazione Regina Margherita e l’amministrazione comunale di Sassari legato alla proprietà dell’ex convento dei frati minori confinante con la chiesa di San Pietro in Silki, e le adiacenze rappresentate dall’oliveto grande, il giardino e l’orto.
Una storia complessa e spesso foriera di tensioni, soprattutto tra la Onlus e i frati francescani del confinante Santuario, amatissimo dai sassaresi e meta durante il maggio mariano di migliaia di fedeli. Ma, accanto ai noti scontri sul posteggio privato a pagamento gestito dalla Regina Margherita e mal digerito dai fedeli che affollano la piazza, e a qualche problema di vicinato per le attività ospitate nello stabile confinante alla chiesa, da qualche tempo lo scontro è diventato più articolato, e i tentativi di mediazione bonaria non sono andati a buon fine.
Abbastanza per convincere il Comune dare mandato all’avvocatura civica a richiedere l’espletamento della mediazione obbligatoria che deve essere presentato prima dell'azione giudiziaria che Palazzo Ducale ha intenzione di promuovere nei confronti dell’associazione.
La posta in tavola non è di poco conto. I locali dell’ex convento dei frati (di cui conserva le celle) e le meravigliose pertinenze in questione, su tutte il parco urbano di quasi 9 ettari con ulivi e alberi monumentali come i celebrati mirti secolari, lecci e querce, sono stati usati come ricovero per i poveri fin dal 1869 quando il Re Vittorio Emanuele con regio decreto istituì il Ricovero di Mendicità, attraverso donazioni di benefattori privati e con il supporto del Comune e della Provincia. RIcovero che dal 1933 prese il nome di “Pia Casa di Ricovero Regina Margherita”, con lo statuto di allora che prevedeva che nell’amministrazione dell’istituto vi fossero anche il Sindaco ed il Presidente della Congregazione di Carità di Sassari.
La “Pia Casa” ha chiuso nel 2012 con la Regina Margherita che nel mentre era diventata ente del terzo settore, che ha però mantenuto l’uso dei locali e delle pertinenze (avviando anche un progetto di riconversione e riqualificazione degli storici spazi), occupandosi tra le altre cose di accoglienza per i richiedenti asilo, di attività di formazione e gestione di uno sportello amico che offre diversi tipi di assistenza in forma gratuita,
Tutto bene se non fosse che non è chiaro se l’associazione sia effettivamente proprietaria degli spazi, o se il suo diritto d’uso sia cessato con la chiusura della storica casa. Il Comune insomma potrebbe essere legittimo proprietario dello stabile e dei pregevolissimi terreni adiacenti, con la onlus Regina Margherita che chiaramente rimanda al mittente l’ipotesi ma non sarebbe ancora stata in grado di produrre un documento di proprietà “registrabile” che dirima la complicata vicenda.
Vicenda che si potrebbe ancora ricomporre grazie all’istituto della mediazione, con Palazzo Ducale che, più che interessato ad acquisire (almeno in questa fase) la proprietà di stabile, che ospita anche la sede di alcune associazioni tra cui il Wwf, e pertinenze si potrebbe accontentare di normare le attività al suo interno tramite la stipula di una convenzione. In caso di fallimento della mediazione ufficiale (quelle ufficiose non sono andate a buon fine) a sbrogliare la vicenda dovrà essere però il tribunale.