Violenza su una 13enne, condannato
Sassari, il giovane oggi ventenne aveva ripetutamente minacciato la ragazzina dopo che lei aveva rotto il rapporto
Sassari È stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione un giovane imputato chiamato a rispondere di violenza sessuale nei confronti di una minorenne. Il collegio presieduto dal giudice Giancosimo Mura (a latere Monia Adami e Sara Pelicci) ieri mattina, 20 maggio, ha accolto la richiesta di condanna che era stata presentata dal pubblico ministero Angelo Beccu ma, riconoscendo la minore gravità, ha inflitto una pena inferiore rispetto a quella sollecitata dalla Procura che era di 4 anni e nove mesi. “Ammazzati”, le avrebbe detto un giorno in cui lei, per l’ennesima volta, gli aveva risposto che non aveva alcuna intenzione di riprendere la relazione con lui.
Rifiuto che aveva ricevuto anche in precedenti occasioni, sia per messaggio che incontrandola in situazioni quasi mai casuali, considerato che era andato di proposito anche davanti alla scuola che lei frequentava. Il giovane, oggi ventenne, (difeso dall’avvocato Fabio Costa) è finito a processo nel tribunale ordinario ma è comparso anche davanti al gup del tribunale dei minori per i rapporti sessuali risalenti al periodo in cui anche lui era minorenne. Il reato contestato è il medesimo: aver avuto rapporti (consenzienti) con una ragazzina che all’epoca dei fatti non aveva 14 anni. In questo caso “con differenza di età superiore ai quattro anni”. Questo perché, come stabilisce la legge, “i minorenni possono avere rapporti consenzienti a partire dal compimento dei 13 anni, purché l’altro sia un minore con una differenza massima di età di 4 anni”. A questo si aggiunga il fatto che a un certo punto la ragazzina (assistita dall’avvocato Patrizia Marcori) aveva cominciato ad avere paura di quel giovane che aveva smesso di frequentare. Lui era diventato assillante, non accettava che lei non volesse più saperne di quella storia e da quel momento – come aveva confermato agli inquirenti la mamma della tredicenne – il ragazzo aveva cercato di avere dei contatti inviando dei messaggi dal contenuto minaccioso al suo telefono cellulare, ben sapendo che la ragazzina ne aveva la disponibilità quando era in compagnia della madre. E sempre quest’ultima aveva consegnato alla squadra mobile gli screenshot delle chat. Dalle indagini della polizia erano emersi i numerosi tentativi fatti dal ragazzo per incontrare la minorenne. (na.co.)