Crisi San Martino, ore decisive: in 21 ancora senza tutele
Nuovo vertice in Provincia per sbloccare i sostegni ai lavoratori
Sassari Giornata decisiva per il futuro dei ventuno lavoratori della San Martino, da marzo senza stipendio.
A incontrarsi, dopo la riunione urgente dello scorso lunedì, l’assessora regionale del Lavoro Desirè Manca, il Commissario straordinario della Città metropolitana di Sassari Gavino Arru, il curatore fallimentare dell’azienda Gianfranco Sotgiu, il consulente legale, la consulente del lavoro, i rappresentanti di Confindustria e i funzionari dell’Assessorato del Lavoro. Che hanno concluso il vertice con un rinvio di 48 ore «necessario per effettuare i dovuti approfondimenti normativi».
Da registrare che né lunedì né oggi nel palazzo della Provincia saranno presenti (virtualmente, la riunione è in videoconfernenza) i sindacati, in particolare la Uila Uil tutelata legalmente dall’avvocato Giovanni Campus, fino ad ora presente e protagonista in tutte le fasi della complessa trattativa, che non hanno per nulla preso bene l’esclusione (arrivata, pare, in extremis) e, in caso di una nuova fumata grigia sono pronti ad alzare il livello dello scontro e scendere in piazza per reclamare la tutela dei propri diritti.
La soluzione non è semplice, anche se l’assessora al Lavoro Desirè Manca e il commissario Gavino Arru (che rappresenta la Provincia, proprietaria dello stabilimento di Codrongianos e alla quale la società San Martino non avrebbe riconosciuto canoni d’affitto da oltre vent’anni) hanno ribadito che «l’obiettivo è di accelerare al massimo i tempi per garantire un sostegno economico ai dipendenti».
«L’assessorato del Lavoro è pronto ad avviare le necessarie interlocuzioni con il Ministero del Lavoro, così come la Città metropolitana è pronta a fare la sua parte - ha detto Desirè Manca al termine dell’incontro di lunedì -. Oggi (lunedì ndr) abbiamo vagliato le strade percorribili e, d’intesa con tutte le parti interessate, abbiamo deciso di fissare un nuovo incontro tra 48 ore, termine necessario per effettuare i dovuti approfondimenti normativi».
«Intendiamo mettere in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione per intraprendere da subito un percorso di presa in carico e tutela dei lavoratori - ha aggiunto l’assessora regionale -. Stiamo parlando di 21 famiglie e non possiamo permetterci di perdere altro tempo».
Il nodo da sciogliere è dovuto al fatto che i dipendenti si trovano in sospensione non retribuita, senza alcuno stipendio da marzo e paradossalmente senza accesso alla NASpI, perché sono formalmente ancora assunti. Per accedere però al fondo di solidarietà regionale dedicato alle aziende in crisi istituito con l’ultima finanziaria, l’impossibilità di accedere alla cassa integrazione deve essere “certificata”.
La paura inoltre è che per recuperare gli stipendi arretrati probabilmente i 21 dipendenti dovranno attendere l’udienza fissata dal giudice Giovanna Maria Mossa per il 16 luglio, presentando un’istanza legale di insinuazione al passivo, con tutte le problematiche (e le inevitabili lungaggini) che questo comporta.
L’unica buona notizia è che procede lo smaltimento delle giacenze di magazzino, con le 900 pedane che stanno lentamente riempiendo gli scaffali dei supermercati, garantendo qualche ora di lavoro e un po’ di ossigeno alle casse dell’azienda attualmente sotto la guida del curatore fallimentare.
Si parla anche di una cordata pronta a rilevare lo stabilimento e del tentativo di presentare un’altra richiesta di concordato ma, al netto del reale peso di quella che per ora è solo una delle tante voci (spesso messe ad arte in circolazione), quel che è certo è che la procedura fallimentare è già incardinata con il Tribunale di Sassari che, dopo avere valutato la situazione, ha respinto la proposta di concordato preventivo ravvisando rilevanti criticità e attivato le procedure per la liquidazione giudiziale.
C’è da aspettare insomma l’udienza del 16 luglio per l’esame dello stato passivo, sperando che nel mentre si trovi almeno il modo di sbloccare la situazione dei 21 lavoratori. E che da allora possa partire il piano di rilancio di un’azienda storica e dalle enormi prospettive.