Sassari, Andrea Enrico e il figlio Matteo riaprono insieme l’ex “Bar Sechi”
Fondato nel 1906 in piazza Rosario il locale era un punto di riferimento dei sassaresi
Sassari Padre e figlio, gomito a gomito dietro a uno storico bancone per far rinascere l’ex “Bar Sechi”, da sempre punto di ritrovo dei sassaresi in piazza Rosario - aperto nel cuore della città nel 1906 da Pietro Sechi, classe 1860 - e da qualche tempo chiuso, come purtroppo tante altre storiche attività della zona, che non hanno resistito alla crisi. A farlo tornare in vita con un nuovo nome - “Enrico” - ma con lo stesso spirito di quasi 120 anni fa, sono Andrea Enrico e il figlio Matteo.
Sassarese di origini liguri, classe 1958, laurea in Scienze Naturali e una lunga carriera come responsabile per Pfizer in Sardegna, Andrea Enrichetto Enrico è un volto noto della pallavolo locale. Nel 1978 ha fondato la storica “Sunshine Volley” e ancora oggi - a 67 anni - continua a insegnare bagher e palleggio alle bambine della Sunshine.
Al suo fianco il figlio Matteo, 30 anni, laurea triennale in Economia e specialistica in Risorse Umane alla “Cattolica” di Milano, anche lui con un passato da giocatore di pallavolo. Con loro nel team si è unito anche Guido Enrico, 25 anni, secondogenito di Andrea, laurea in Scienze motorie - pallavolista anche lui, manco a dirlo - che collaborerà nella gestione quotidiana del nuovo bar di famiglia.
«Questo è il cuore di Sassari – spiega Andrea Enrico – e questo bar è sempre stato un punto di incontro per i sassaresi. Mio padre Adelmo arrivò a Sassari a 11 anni nel 1934 dalla Liguria – spiega l’allenatore di pallavolo – e per tanti anni gestì un negozio di caccia a pesca al Corso e poi uno di alimentari. Noi siamo convinti che il centro di Sassari – aggiunge Andrea Enrico – possa offrire tanto, sia ai sassaresi che ai turisti. Questo bar ha una storia antica – aggiunge – e noi vorremmo riportare vita ed entusiasmo in questa antica piazzetta, con eventi e appuntamenti che coinvolgano i troppi sassaresi che si sono dimenticati di quanto sia bello il centro della loro città».
Il primo caffè pasticceria Pietro Sechi lo aprì sotto i Portici Crispo, dove c’è l’attuale Caffè Giordano, in società con il bolognese Bellei. Poi, dopo la prima guerra mondiale, i due soci si separarono, e Sechi rilevò la “Gabbia” di piazza Azuni da Andry, della famiglia di armieri. Quel padiglione a vetri fu ritrovo fino al 1966 di clienti che vi sostavano tra un caffè e una partita a biliardo. A metà degli anni Trenta in via Luzzatti, nell’immobile di proprietà dell’allora podestà Medas, i Sechi aprirono il Caffè Novecento e il vicino laboratorio di pasticceria. «Oggi tocca a noi Enrico – spiega l’ex dirigente della Pfizer, responsabile dei vaccini durante la pandemia – cercare di far rinascere questo locale storico».
La formula per convivere dietro il bancone del bar e nella gestione familiare di un attività commerciale Andrea Enrico e i figli l’hanno scoperta sui campi di pallavolo. «Lo sport ci ha aiutato, ci ha insegnato a gestirci – spiega Andrea Enrico – e a conoscerci meglio. Il padre e il figlio sono una cosa, l’allenatore e il giocatore sono un’altra e i soci di una società saranno un’altra cosa ancora. Ma abbiamo imparato – aggiunge Andrea – a non portare in famiglia eventuali problemi nati da qualche affaticamento del lavoro, così come era nello sport con qualche incomprensione che è normale quando in campo si mette il cuore».
In piazza Rosario, a due passi da piazza Castello, la famiglia Enrico ha intenzione di darsi da fare per attirare l’attenzione dei sassaresi. «Qui in piazza Rosario abbiamo intenzione di organizzare mercatini, eventi musicali e culturali – spiegano Andrea Enrico e i figli – perché il centro di Sassari deve riprendere a essere vissuto e popolato dai sassaresi e non abbandonato. E noi siamo qui anche per questo».