«Lo smartphone fa male ai bambini». A Sassari nasce un patto per proteggerli
L’iniziativa della cooperativa San Camillo De Lellis è la prima in Italia dedicata ai piccoli fra 0 e 6 anni
Sassari Mentre il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara annuncia il divieto all’ingresso degli telefonini in classe anche alle scuole superiori, c’è chi a Sassari guarda avanti e si interroga, primi in Italia, su come salvaguardare i bambini fra 0 e 6 anni dagli effetti dannosi degli smartphone. Lo strumento scelto è quello del patto, che dovrà coinvolgere famiglie, scuole, istituzioni e mondo delle associazioni, per tentare di dare delle regole condivise dalla comunità sul rapporto fra bimbi e smartphone.
Il Patto educativo digitale elaborato dai professionisti della cooperativa San Camillo De Lellis verrà presentato domani, alle 17.30, nella scuola e nido d’infanzia Marta Mameli in via Luna e Sole 44. L’obiettivo è quello di creare dal basso una comunità educante che aiuti i genitori a prendersi delle responsabilità: «L’educazione dei bambini al rapporto con i media e con i dispositivi digitali è molto più efficace se viene portata avanti in modo coordinato dalla comunità» spiega Paola Appeddu, presidente della cooperativa e promotrice del patto.
In altre parole, le regole date in maniera isolata da una singola famiglia servono a poco. Sono efficaci solo se vengono condivise, ad esempio, da tutti i genitori e gli insegnanti di una classe, o dagli educatori di un gruppo scout, di una scuola calcio o di un oratorio. Da qui, l’idea del patto, arrivata dopo due incontri molto partecipati all’ExMater con gli esperti Alberto Pellai e Silvia Iaccarino. «Su questo patto non vogliamo l’esclusiva, anzi vogliamo che contagi tanti altri: scuole, famiglie, oratori, gruppi scout: tutti coloro che hanno a che fare con i bambini». Il tema è particolarmente sentito, tanto che sono in corso diverse iniziative: anche il consiglio comunale, a marzo, ha detto sì a una mozione che impegna la giunta a lavorare sulla redazione di un patto educativo digitale.
E non potrebbe che essere così, visto che la scienza ormai mostra con chiarezza che, senza regole, lo smartphone è dannoso per i più piccoli. La Società italiana di pediatria ha lanciato l’allarme: l’esposizione precoce agli schermi può avere conseguenze sulla salute fisica e mentale dei più piccoli, comprometterne lo sviluppo neuro-cognitivo e lederne le capacità sociali, l’autonomia e l’autostima.
La maggior parte dei bimbi riceve il suo primo smartphone alle elementari, ma il rapporto con questi strumenti comincia già da prima.
La proposta contenuta nel patto che sarà presentato domani è quella di fornire regole proprio per questa delicata fase, che riguarda i bimbi fra 0 e 6 anni. Lo scopo non è far crescere i bambini senza tecnologia: «Non si tratta solo di posticipare o vietare l’uso di dispositivi o applicazioni, ma di predisporre azioni e percorsi che hanno l’obiettivo di sviluppare l’autonomia digitale dei nostri figli» si legge nella proposta di patto educativo.
Un percorso che comincia dall’autoregolamentazione dei genitori, che devono evitare, ad esempio, di farsi vedere con lo smartphone sempre in mano dai propri figli. Fra gli obiettivi del patto ci sono la fissazione di un’età condivisa per la consegna del primo telefonino, la regolamentazione di tempi, luoghi e contenuti per l’utilizzo del cellulare da parte dei bambini, l’educazione digitale di genitori e figli e la promozione di un utilizzo creativo e condiviso degli smartphone. Insomma, no allo scrolling senza fine di TikTok, sì all’utilizzo delle app per scopi creativi e di apprendimento.