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La ricerca

Sassari, svelati i segreti della fontana del Brigliadore

di Giovanni Bua
Sassari, svelati i segreti della fontana del Brigliadore

Un epigrafe decifrata dopo anni di studi cambia la storia del monumento

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Sassari Dopo le recenti scoperte emerse con gli scavi archeologici di piazza Università, un nuovo tassello della storia millenaria di Sassari è stato aggiunto. E riguarda uno dei simboli più conosciuti del capoluogo turritano: la fontana del Brigliadore, al centro del chiostro del convento francescano di Santa Maria di Betlem.

Di cui si è riusciti a stabilire la data di realizzazione e i nomi di chi la commissionò.

La ricerca Tutto parte di un’importante ricerca scientifica di cui la chiesa e il convento sono stati oggetto, a partire dalla fine degli anni ’90, e che sta portando alla mappatura ed analisi di tutte le iscrizioni, i graffiti e le marche lapidarie di età medievale e postmedievale presenti nel complesso.

Autore di questo lavoro è Giuseppe Piras, epigrafista e gliptografo con decine di pubblicazioni scientifiche internazionali e nazionali prodotte in circa trent’anni di attività(curriculum che gli è valso l’incarico, col professor Pier Giorgio Spanu, di curare i volumi di tutte le epigrafi medievali della Sardegna per il corpus nazionale italiano).

Il lavoro di ricerca condotto da Piras per la città di Sassari ha portato nei primi anni del Duemila a diversi contributi scientifici tra i quali spicca la pubblicazione dell'intera raccolta delle epigrafi medievali esistenti nelle chiese del capoluogo turritano.

Santa Maria di Betlem Dopo la forzata interruzione per il Covid, nel 2023 il lavoro d'indagine nella chiesa e nel convento di Santa Maria di Betlem è ripreso e ha portato alla scoperta di nuove iscrizioni e graffiti ed alla rilettura di epigrafi già note ma male interpretate (è il caso di un'epigrafe funeraria, considerata in passato relativa ad un Podestà risalente al Duecento e legato a Genova ma rivelatasi invece un raro epitaffio in catalano antico di una tale donna Guilalmona databile tra la fine del XIV e gli inizi del XV sec.).

L’epigrafe Tra le riletture di epigrafi spicca in particolare l’elefantiaco lavoro che ha consentito di decifrare finalmente l'epigrafe presente nella cannula in bronzo della fontana cinquecentesca del Brigliadore, fontana che è un importante e caratteristico simbolo dello stretto rapporto tra la municipalità di Sassari ed il convento francescano, in passato aperta all'utilizzo pubblico della popolazione sassarese.

«L'epigrafe riportata nella cannula della fontana era stata studiata inizialmente da Enrico Costa – spiega Piras – con scarso successo poiché considerata illeggibile ma nel 1933, venne datata da Antonio Costanzo Deliperi e Francesco Giordo, due studiosi sassaresi, erroneamente al 1523».

La giunta Le reiterate e meticolose indagini scientifiche condotte in questi anni da Piras hanno permesso, dopo un secolo di studi, di identificare finalmente tutti e cinque i nomi dei consiglieri facenti parte del Consiglio minore (una sorta di giunta comunale del tempo) citati nell'epigrafe della cannula e che furono i committenti dell'opera: «Sono Joan Pilo – spiega il ricercatore – Francesco Cano Pala, Antoni Fiore, Bernardino Casaggia e Pietro Folargio, esponenti della nobiltà sassarese del tempo. La data 1523, letta dal Deliperi e dal Giordo, in realtà non esiste ma è solo il frutto della cattiva interpretazione delle ultime 4 lettere visibili del cognome Casaggia, lettere scambiate appunto per le cifre 1523».

Dopo una certosina analisi della documentazione cinquecentesca conservata all'Archivio Storico del Comune di Sassari, Piras è riuscito a scoprire l'esatto periodo in cui questa giunta è rimasta in carica: dal 5 giugno 1536 al 21 maggio 1537, periodo in cui è racchiusa quindi la data di realizzazione della cannula in bronzo. Altra cosa interessante è che questo Consiglio minore non era mai stata individuato prima dagli studiosi.

Altro importante lavoro è stato fatto sui tre scudi scolpiti nella conca della fontana. Piras ha infatti operato anche la loro rilettura, attraverso la consultazione di numerosi antichi blasonari custoditi presso diversi archivi spagnoli mettendo in campo diverse ipotesi che aprono ulteriori scenari di studio.

La presentazione Il corposo lavoro è stato presentato in anteprima ieri mattina dallo stesso Piras, accompagnato dal Padre guardiano Salvatore Sanna e dall’ordinario di Archeologia dell’Università di Sassari (e direttore di Archeologia Postmedievale) Marco Milanese, e sarà proposto al pubblico domani alle 19, nel chiostro del convento, con la presenza anche del sindaco Giuseppe Mascia e dell’assessora alla Cultura Nicoletta Puggioni.

«Questo é sempre stato un luogo di cultura, aperto. E la fontana del Brigliadore, ne è il simbolo emblematico, con la gente che veniva qui a dissetarsi – ha sottolineato il padre guardiano –. Grazie alle scoperte di Giuseppe Piras, rese possibile grazie al contributo della Fondazione di Sardegna che ha sostenuto la pubblicazione di questo importante lavoro, vogliamo ampliare questo polo museale aprendo nuovi settori».

«Quella che presentiamo è una importante ricerca che ha gettato nuova luce sulla storia della fontana e in generale sulla storia del convento e del suo rapporto con la città – ha detto Marco Milanese –. Intervengo come direttore della rivista che da oltre 30 anni ha sede nell'Università e che ha accolto con grande piacere il lavoro di Giuseppe Piras che ci permette di raccontare in modo coinvolgente una nuova pagina della storia di Sassari».

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