I mattoni di latte “made in Ossi” pronti a invadere il mercato
La Milk Brick di Giangavino Muresu si allea con Argiolas Formaggi. Al Cermal via alla produzione del calcestruzzo a impatto zero
Sassari Gli ultimi ostacoli del complesso percorso autorizzativo sono superati. Le partnership strategiche firmate. E i “mattoni di latte” messi a punto dal visionario Giangavino Muresu sono pronti a invadere lo sconfinato mercato del calcestruzzo, che vale oltre 600 miliardi di euro su scala globale con 2.400 impianti in Italia, oltre 20mila in Europa e più di 150mila nel mondo.
Parliamo di Milk Brick, la società fondata Giangavino Muresu nel 2017 per portare avanti la clamorosa scoperta fatta nel 2011, anno in cui l’inventore industriale di Ossi trovò il mondo di creare il calcestruzzo non usando l’acqua (per produrne un solo metro cubo si usano 120 litri di acqua pura) ma gli scarti del latte dell’industria casearia.
Il percorso Da lì il lungo percorso della piccola ma battagliera impresa, che nel novembre 2019 venne selezionata su oltre 600 startup industriali al premio Gaetano Marzotto dove ricevette il “Premio Speciale Italcementi”. E nel marzo 2022 completò con successo, nell’impianto produttivo di Quartu, il lavoro di validazione del primo calcestruzzo al mondo a impatto idrico zero fatto di latte, strappando l’apice massimo di validazione industriale di una innovazione, che precede la commercializzazione di un prodotto nel mercato, grazie alla collaborazione con Calcestruzzi Spa controllata di Italcementi Heidelberg Materials.
Produzione Ora l’avvio della produzione in partnership con Cermal, prestigiosa azienda di Alghero specializzata nella produzione di calcestruzzo prefabbricato, che parte a pieno regime grazie alla firma del contratto di partneship con Argiolas Formaggi, big dell’industria casearia sarda con oltre 20 milioni di litri di latte lavorati ogni anno, che diventa la prima azienda casearia la mondo ad adottare il nuovo e rivoluzionario modello di economia circolare.
Un’alleanza strategica per la crescita perché permette alla startup di poter soddisfare il fabbisogno idrico annuale di 12 impianti di calcestruzzo in tutta l’isola, con l’ingresso nel mercato che apre le porte alla fase “Early stage” e di scaleup: ossia replicare il modello di business ovunque in Italia nel mondo.
La firma Ultima firma che Muresu ha portato a casa, sfruttando al meglio gli ultimi mesi di forzata attesa: quella del primo contratto distributivo con Frem Group, azienda leader nella fornitura di armature metalliche per calcestruzzo e specializzata nella rivendita di materiali edili, attiva in Sardegna e Lombardia. L’accordo riguarda l’esclusiva distributiva dei Milk Brick per il territorio del Sud Sardegna e Milano.
L’attesa «Abbiamo dovuto attendere – racconta Muresu – perché essendo un nuovo modello di economia circolare, unico al mondo, negli ultimi mesi l’industria casearia ha dovuto affrontare un necessario iter autorizzativo prima di poter avviare le forniture. Questo percorso, completato con successo è stato reso possibile grazie alla stretta sinergia con le autorità provinciali e regionali, che hanno dimostrato grande disponibilità e offerto un prezioso supporto affinché tutto si potesse svolgere nei tempi più celeri. Esprimiamo la nostra più grande gratitudine a Emilio Fadda, ad Antonello Argiolas, a Riccardo Enna e GianPietro Enna, imprenditori straordinari che con coraggio e visione hanno creduto nella nostra innovazione. In loro abbiamo trovato grande valore umano e spirito pionieristico, qualità rare in contesti industriali dove la diffidenza e la presunzione spesso frenano il cambiamento e il progresso».
Da scarti a risorsa Pochi sanno che nel processo di caseificazione, solo il 12% del latte lavorato si trasforma in formaggio, mentre l’88% rappresenta uno scarto industriale. Parliamo di milioni di metri cubi di risorsa potenzialmente riutilizzabile in ogni angolo del mondo, una straordinaria opportunità per l’edilizia del presente e del prossimo futuro. Oltre al significativo valore di sostenibilità derivante dall'impatto idrico zero, i test eseguiti sul calcestruzzo hanno dimostrato che l'utilizzo dell'acqua estratta dal latte di scarto offre ulteriori vantaggi: prolunga la lavorabilità del materiale, lo rende più leggero e potenzia il fenomeno di ri-carbonatazione permettendo un maggiore assorbimento di CO2 rispetto al calcestruzzo tradizionale ottenuto con acqua pura, rispettando sempre i limiti normativi.
I Milk Brick Sono blocchi da muratura a impatto idrico zero, isolanti termici e acustici, garantiscono efficienza energetica e comfort abitativo. Sono leggeri (fino a 14 kg in meno rispetto ai materiali tradizionali) questo ne facilita la posa. Garantiscono innovazione, sostenibilità, durabilità e alte prestazioni, si configurano come un investimento strategico in grado di aumentare il valore commerciale dell’immobile, conferendo qualità, prestazioni e sostenibilità.
Obiettivi «Per Milk Brick stiamo lavorando per poter servire tutti i rivenditori di materiale edile in Italia – spiega Muresu – inoltre abbiamo attivato un nuovo servizio di consulenza gratuita online dedicata ai progettisti e al consumatore diretto. Parallelamente a Milk Brick, la startup sta lavorando per attivare i primi contratti Milk Concrete, la nostra soluzione di impatto idrico zero dedicata al settore del calcestruzzo preconfezionato, che rappresenta il nostro più grande mercato su scala globale».
Nel mondo Attualmente, in Italia operano oltre 1.000 impianti di calcestruzzo; in Europa se ne contano più di 20.000 e a livello globale circa 150.000. «Facendo delle proiezioni future è realistico ipotizzare che la startup possa stringere collaborazioni con almeno il 20% di questi impianti nei prossimi 10 anni – chiude Muresu –, questo risultato potrebbe aprire la strada alla leadership del calcestruzzo sostenibile. Siamo appena salpati, seguiremo la nostra rotta regolando le vele di volta in volta, ogni nuova collaborazione contribuirà ad accrescere la nostra flotta produttiva».