Sassari Vecciu: «Battezzati da Giovannino Giordo, ora tutti cantano le nostre canzoni» – VIDEO
Giuseppe Merella racconta i primi trent’anni della band nata in un magazzino di Patiu di lu diauru
Sassari Un magazzino in Patiu di lu diaru, un quaderno pieno di appunti, serate intere a scrivere, a provare e a riprovare accordi. E una passione sconfinata per la musica sassarese. Aveva appena 14 anni Giuseppe Merella, (classe 1978) nato e cresciuto nel cuore di Sassari, quando nel 1993 - insieme all’amico e vicino di casa Francesco Desole - ha fondato la band “Sassari Vecciu”, sognando Ginetto Ruzzetta, Tony Del Drò e Giovannino Giordo.
Dopo 32 anni il gruppo di musica folk è ancora - o meglio sempre più - sulla cresta dell’onda. «Il nostro padrino musicale è stato proprio Giovannino Giordo – racconta il cantante con orgoglio – eravamo poco più che bambini e uno dei miti della musica sassarese ci concedeva l’onore di suonare durante le pause dei suoi concerti. Oggi – aggiunge Giuseppe Merella con emozione – riempiamo le piazze della città di persone di tutte le fasce d’età. Vedere dal palco che cantano le nostre canzoni ci fa venire i brividi».
Giuseppe Merella Racconta i primi trent’anni della band Sassari Vecci
La scena si è ripetuta venerdì sera in Largo Macao, dove il Gremio dei Fabbri ha organizzato una festa- concerto in attesa della Faradda, davanti a graticole roventi e birre ghiacciate. È stata l’ennesima conferma dell’amore dei sassaresi per un gruppo che sa toccare le corde giuste. E sa farlo a ritmo di musica folk.
Alla band è bastato intonare l’Agnireddu (proprio di Giovannino Giordo) o Amori Sinzeru, scritta da Giuseppe Merella nel 1994 nel vecchio magazzino di Patiu di lu diaru in Quadrato Frasso, per trasformare Largo Macao in una piccola distesa di occhi lucidi e smartphone puntati verso il palco.
«Succede sempre più spesso – si emoziona Giuseppe Merella – e noi ci lasciamo coinvolgere dalla gente che canta con noi e alla fine non riusciamo più a scendere dal palco». Eppure agli inizi i puristi della musica folk li guardano con sospetto. «Ci dicevano che eravamo troppo sdolcinati – ride – ma eravamo dei ragazzini che raccontavano amori e storie di vita vissuta. Poi con il tempo siamo stati accettati e continuiamo a cantare con il nostro stile che oggi evidentemente piace».
E il riconoscimento più grande qualche giorno fa è arrivato quando la Torres, per lanciare la campagna abbonamenti per la stagione 2025/2026 ha usato come slogan proprio il titolo della canzone più famosa della band: “Un Amori Sinzeru - le stagioni cambiano, tu resti”. «È stata un’emozione unica e un grandissimo orgoglio – ammette Merella – perché per noi la Torres, così come la musica folk e i Candelieri rappresentano i simboli della nostra città. Ne siamo onorati».
La formazione della banda si è evoluta negli anni: dal 2000 ne fanno parte Mirco Moracini, basso e quest’anno orgogliosamente obriere del Gremio Sarti, Cristian Galleri alla chitarra solista, figlio di Mauro (storico chitarrista di Giovannino Giordo) e Roberto Ruocco alla batteria, portatore dei Sarti. In passato, anche Cristian Pinna e Alessio Piu hanno contribuito alla storia del gruppo. Ultimi vincitori della leggendaria Festa di Buccarotti, i “Sassari Vecciu” hanno vissuto una lunga pausa prima di rinascere nel 2015, riportando in piazza la stessa energia di un tempo. Un centinaio di canzoni all’attivo e quattro dischi incisi, il gruppo sta lavorando al quinto. «Uscirà sicuramente prima di fine anno – assicura Giuseppe Merella – speriamo che la gente lo apprezzi».
I prossimi giorni il viaggio continua: il 14 agosto la band sarà al Jo Cafè di corso Vittorio Emanuele dalle 13.30 e dalle 15 in piazza Tola, per scaldare i motori e preparare ritmo ed emozioni in attesa della notte più bella dell’anno.