La Nuova Sardegna

Sassari

Verso la Faradda

Viandanti, tre giorni di festa e veglie per la Madonna poi il rito dell’Intregu

di Luca Fiori
Viandanti, tre giorni di festa e veglie per la Madonna poi il rito dell’Intregu

La bandiera è passata dalle mani di Cristian Zedda a quelle del nuovo obriere Gianni Manca

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Sassari Il lento movimento di migliaia di passi, la veglia per tre giorni e tre notti. Sassari ha vissuto domenica scorsa, 10 agosto, uno dei suoi momenti più intensi, il grande rito dei Viandanti in onore di Nostra Signora del Buon Cammino. Una celebrazione che non è solo devozione, ma identità, cuore pulsante di una città che si prepara alla Faradda.

Per tre giorni e tre notti, la chiesa di Sant’Agostino è stata un faro acceso nella notte. Migliaia di fedeli hanno vegliato la Madonna miracolosa, affidandole preghiere sussurrate, lacrime di speranza, richieste di protezione per i viaggi della vita. Quest’anno, a rendere tutto ancora più solenne, le lacrime della Madonna di Siracusa, custodite in un reliquiario che ha attraversato il mare per giungere a Sassari.

A portarle monsignor Aurelio Russo, rettore della basilica santuario, e il vice rettore don Raffaele Aprile: simboli di un legame di fede che unisce due terre lontane ma sorelle.

Un momento storico anche sul piano delle tradizioni: presente don Placido Andrea Consoli, inviato della venerabile Arciconfraternita dei Siciliani in Roma, devota alla Vergine Odigitria, titolo greco della patrona dei Viandanti. Una visita che apre la strada al gemellaggio tra realtà devozionali, un ponte di storia e spiritualità.

La domenica è iniziata con la messa solenne degli Obrieri, celebrata da monsignor Antonio Tamponi, amministratore diocesano, che al termine ha compiuto il rito dell’Intregu: la consegna della bandiera, passata dalle mani di Cristian Zedda a quelle del nuovo obriere Gianni Manca, in un abbraccio che custodisce secoli di tradizione.

E poi, al calar della sera, la città si è fermata: le strade si sono trasformate in un fiume di luce e silenzio, rotto solo dal canto delle preghiere. Il simulacro della Vergine del Buon Cammino ha attraversato il centro storico circondato da migliaia di ceri, seguito dal reliquiario con le lacrime della Madonna. Volti commossi, sguardi rivolti al cielo, mani intrecciate nel rosario: un popolo intero ha accompagnato la sua patrona, come ogni anno, tra fede e identità.

Il rientro in Sant’Agostino è stato accolto da un applauso che ha squarciato la notte, subito seguito dal bagliore dei fuochi d’artificio che hanno dipinto il cielo sassarese di colori. Poi, la musica: un concerto tributo a Fabrizio De André per chiudere in bellezza una giornata che resterà nella memoria di tutti.

Così, tra le lacrime della Madonna e il richiamo delle radici, Sassari ha acceso la sua attesa: la Faradda è alle porte, e la città è pronta a viverla con lo stesso battito di cuore

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