Costringeva la figlia di 16 anni a prostituirsi: chiesto il processo per la madre
La Procura: «Costringeva la ragazzina ad avere rapporti sessuali e incassava i soldi»
Sassari Organizzava gli incontri, contattava l’uomo con il quale sua figlia avrebbe dovuto avere rapporti sessuali, concordava i compensi e, infine, intascava i soldi.
Sono accuse pesantissime quelle a carico di una 55enne di un paese dell’hinterland di Sassari (non ci saranno riferimenti per tutelare la persona offesa) nei confronti della quale la Procura di Cagliari (che procede per questo tipo di reati) ha chiesto il rinvio a giudizio. L’udienza preliminare è stata fissata per il 10 ottobre. Insieme alla donna deve rispondere delle accuse di prostituzione minorile e violenza sessuale il giovane con il quale la ragazzina era costretta ad avere rapporti. Si tratta di un compaesano di 23 anni che, almeno in quattro occasioni, avrebbe consegnato il denaro all’imputata.
È una storia di forte degrado quella alla quale hanno fortunatamente posto fine le forze dell’ordine. Ma se è stato possibile strappare la ragazzina di 16 anni – tra l’altro affetta da un lieve ritardo mentale – ai suoi aguzzini il merito è dei compaesani. E questo è un segnale molto importante.
Sarebbe stato infatti un gruppo di cittadini – non avvezzo evidentemente a voltarsi dall’altra parte e a disinteressarsi delle sfortunate sorti altrui – a notare che in quella famiglia accadeva qualcosa di strano. Le voci in paese hanno cominciato a rincorrersi e alcuni hanno deciso di allertare le forze dell’ordine. A quel punto, in modo molto discreto, sono state avviate le indagini.
Come prima cosa sono stati messi sotto controllo i telefoni cellulari delle persone sospettate, la madre in primis. E in questo modo il cerchio si è chiuso abbastanza rapidamente. Perché la polizia – l’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Daniele Caria è stata infatti condotta dalla squadra mobile di Sassari – ha ricostruito un quadro allarmante.
A conclusione delle indagini per la 55enne e il 23enne è arrivata una richiesta di rinvio a giudizio. Le accuse per la madre della ragazzina sono quelle di aver «indotto, favorito, sfruttato, gestito e organizzato la prostituzione della propria figlia di età inferiore ai 18 anni e affetta da moderato ritardo mentale, facendole intrattenere rapporti sessuali in cambio di denaro». Fatti, quelli accertati, che sarebbero avvenuti tra novembre 2023 e gennaio 2024.
Il 23enne deve invece rispondere dell’accusa di aver «compiuto atti sessuali – scrive la Procura – con la minore fornendo in cambio denaro e altre utilità. Comportamento consistito nell’aver concordato ed effettivamente devoluto alla madre della persona offesa quattro trasferimenti di denaro quale corrispettivo per le prestazioni ottenute». A entrambi è stato poi contestato il reato di violenza sessuale «per aver indotto la 16enne a compiere e subire atti sessuali, abusando della sua condizione di inferiorità psichica». Il tutto in cambio di soldi.
L’imputata si è rivolta all’avvocato Ivan Golme per essere assistita in udienza preliminare e nell’eventuale processo che ne scaturirà.