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Da sogno imprenditoriale di John Pinna a grande incompiuta: la torre di Predda Niedda all’asta

di Davide Pinna
Da sogno imprenditoriale di John Pinna a grande incompiuta: la torre di Predda Niedda all’asta

L’ultima autorizzazione per realizzare attività commerciali nel 2009, poi l’abbandono

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Sassari Sembra quasi un castello medievale, con quei ferri che spuntano dalle pareti, come se dovessero scoraggiare agguerriti invasori che tentano di arrampicarsi sulle mura per conquistarlo. O una fortezza post-apocalittica, di quelle che si vedono nei film come Mad Max, tirate su con mezzi di fortuna e rifiuti della civiltà ormai decaduta. Adesso la torre di Predda Niedda – che tutti conoscono come Ombra, dal nome del negozio di articoli casalinghi ospitato al secondo piano – è finita all’asta giudiziaria, con un prezzo base di 4,6 milioni. Questo il valore assegnato dal perito incaricato del tribunale a quel mostro di cemento armato, tondini d’acciaio sporgenti e mattoni, cominciato a costruire quasi trent’anni fa e completato nemmeno a metà. L’incompiuta che si affaccia sulla Strada 1 è uno dei simboli negativi della disastrata zona industriale regionale di Predda Niedda, della quale rappresenta l’edificio più alto. Fino al 2009, quando l’Ufficio tecnico concesse l’ultima autorizzazione a costruire in sanatoria, dieci anni dopo il rilascio della prima licenza edilizia, non c’erano limiti di altezza nell’ex Zir, ora invece non si possono sforare i 10 metri e 50 centimetri. E così la torre la si può vedere praticamente da ogni angolo di Sassari, come una sorta di controcanto in negativo del Grattacielo di piazza Castello o della facciata e del campanile di San Nicola.

Il sogno di John Pinna

Quando tutto cominciò, a metà degli anni Novanta, era il sogno imprenditoriale del sassarese John Pinna, talentuoso e spericolato motociclista negli anni Settanta e Ottanta, con una seconda vita da predicatore cattolico. Il progetto originario prevedeva attività commerciali nei due piani seminterrati e al piano terra. Il primo piano avrebbe dovuto accogliere attività artigianali (fabbricazione di bicchieri e vassoi). Il secondo piano i parcheggi, il terzo un impianto di produzione di dolci sardi, il quarto altre attività artigianali e infine altri parcheggi sopra il tetto. Ma nonostante i continui rinnovi della concessione edilizia da parte di Palazzo Ducale e le proroghe, il cantiere è rimasto fermo a meno della metà dei lavori programmati.

Il crollo 

A gennaio del 2009 un grave episodio, con il crollo, durante un nubifragio, di un muro di tamponamento dell’ultimo piano, precipitato da oltre 10 metri. L’incidente avvenne alle 14 e all’epoca, fortunatamente, molte attività commerciali non facevano orario continuato: solo per un caso nessuno venne coinvolto nel crollo. All’episodio seguirono ordinanze di chiusura, sopralluoghi e infine interventi di messa in sicurezza dell’opera, che consentirono la riapertura delle attività commerciali. Ma della conclusione del cantiere, neanche l’ombra. Nei mesi successivi arrivarono una nuova licenza edilizia e poi un’autorizzazione in sanatoria, ormai scadute, come si legge nella perizia allegata al bando.

Al via all’asta

Ora, come stabilito dall’ordinanza del 12 giugno del giudice dell’esecuzione del tribunale di Sassari Elisa Remonti, via all’asta giudiziaria, che si svolgerà il 28 novembre. Le offerte potranno essere presentate sino a mezzogiorno del giorno prima. Il prezzo base è di 4,6 milioni, ma sarà possibile presentare offerte minime da 3 milioni e 475mila euro. Basterà ad attirare l’interesse di investitori interessati a chiudere una volta per tutte la partita della torre incompiuta? Difficile dirlo. Intanto l’opera resta là, come un monumento al caos di Predda Niedda.

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