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Malasanità

Disabili e pazienti spostati con le braccia: in ospedale manca il sollevatore elettrico

di Giovanni Bua
Disabili e pazienti spostati con le braccia: in ospedale manca il sollevatore elettrico

Il presidio è indispensabile per aiutare i pazienti a spostarsi e a essere trasferiti senza rischi

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Sassari Un sollevatore elettrico, del costo di poche centinaia di euro. Presidio indispensabile per “muovere” anziani e disabili e trasferirli nei lettini senza correre rischi. Eppure sconosciuto negli ospedali del territorio. A denunciare la grave carenza Francesca Arcadu, ex consigliera comunale e attuale vice presidente dell’Unione italiana per la lotta alla distrofia muscolare della sezione di Sassari. In prima linea sopra i suoi 100 chili di carrozzina a combattere per i diritti di tutti, ma anche determinata a cercare di godersi qualche giornata senza pensieri. Il racconto della “pedanina” che porta sempre con sé, per rendere il mondo un posto un po’ più accessibile, aveva scosso molti animi e innescato un grande dibattito. «Ma un sollevatore elettrico, con tutta la buona volontà non me lo posso tirare dietro, eppure vi assicuro che nei nostri ospedali sarebbe davvero utile», racconta. L’amara scoperta, o meglio conferma, lunedì al Pronto Soccorso. Dove Arcadu arriva per un sospetto di trombo alle gambe.

«Niente di gravissimo – spiega – e infatti mi sono fatta le mie dovute quattro ore di attesa. Respirando la disperazione di quelli che in gergo si chiamano accessi impropri e altro non sono che persone che non sanno più dove trovare risposte». Alla fine il suo turno arriva. «Vengo ricevuta, arrivo dentro nella sala interna e il medico, peraltro gentilissimo come tutto il personale, mi dice che mi deve mettere sul lettino. Avete il sollevatore, chiedo. E loro: la prendiamo noi in braccio». Pessima idea, visto che certe patologie hanno procedure abbastanza complesse per la movimentazione. E si rischia di farsi male in due, soprattutto se non si sa come comportarsi. «In estrema sintesi gli ho detto che non se ne parlava nemmeno – ride Francesca Arcadu –. Non mi sarei fatta prendere in braccio. Che mi visitassero da seduta. Non sarebbe stata la prima ne, purtroppo, l’ultima volta». E qui la situazione inizia a diventare surreale, il medico che si inginocchia, le Oss che le alzano entrambe le gambe, Arcadu che alla fine addirittura si scusa per lo scompiglio creato. L’imbarazzante visita si conclude, l’esame va bene (niente trombi) e la comprensiva paziente lascia il posto alla battagliera attivista.

«Un sollevatore elettrico per anziani e disabili costa 250 euro su Amazon – tuona – e si può usare facilmente dopo un corso preparatorio di una decina di minuti. Imbraga il paziente con cinghie e lo trasferisce in sicurezza dalla sedia al lettino. Io posso, a fatica, sopportare di dovermi portare dietro una pedanina perché i bar e i negozi hanno i gradini all’ingresso o non hanno i bagni per i disabili, posso capire che di un sollevatore non sia dotato un albergo o un B&B, ma sinceramente che nemmeno il pronto soccorso della città capoluogo abbia un presidio che costa poche centinaia di euro, peraltro utilissimo anche per anziani e traumatizzati vari, va oltre la mia comprensione». Uno sbotto d’ira che arriva a freddo. «Dopo avere constatato che nessuna struttura ha a disposizione il macchinario. Non ce l’ha Alghero, dove abbiamo fatto le solite acrobazie per inserire un catetere. Non ce l’hanno negli ambulatori di chirurgia plastica, dove mi hanno operato da seduta per togliermi un neo. Eppure, almeno in un complesso ospedaliero come il Santissima Annunziata, basterebbe averne uno e farlo girare». Ora Francesca Arcadu vuole risposte ufficiali dall’Aou. Sapendo che poco cambierà in un mondo che «continua a parlare di disabilità usando la categoria della sensibilità, la mancanza della quale genererebbe errori e lacune nell’inclusione, nella progettazione. Mi chiedo se occorra essere sensibili per applicare una norma o se, invece, si debba essere semplicemente consapevoli del diritto che viene leso dalla sua mancata applicazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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