La Nuova Sardegna

Sassari

L’intervento

Sassari, palazzina distrutta dall’esplosione: detriti portati via dopo cinque mesi – VIDEO

di Luca Fiori

	La palazzina in cui è avvenuta l'esplosione il 30 giugno (foto di Ivan Nuvoli)
La palazzina in cui è avvenuta l'esplosione il 30 giugno (foto di Ivan Nuvoli)

La zona rimane interdetta e l’edificio inagibile. Il 30 giugno la tragedia in cui perse la vita un inquilino

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Sassari Sono durate tutta la mattina ieri le operazioni di rimozione dei detriti della palazzina esplosa il 30 giugno scorso in via Principessa Maria, all’angolo con via Don Minzoni, in cui aveva perso la vita uno degli inquilini. Dopo cinque mesi di attesa, la bonifica dell’area, da tempo simbolo di degrado e abbandono, ha consentito finalmente di fare il secondo passo verso la normalità, dopo la rimozione delle due carcasse delle auto rimaste sotto le macerie.

L’intervento di ieri è stato effettuato da una ditta incaricata dall’Università di Sassari, proprietaria dello stabile. Gli operai hanno lavorato sotto il controllo della polizia locale e con la supervisione del dirigente dell’ufficio edilizia dell’Ateneo e della responsabile dell’ufficio manutenzioni. Un mese fa erano state rimosse le due auto rimaste distrutte sotto i detriti. La polizia locale si era occupata direttamente dello smaltimento delle due vetture, risparmiando ai proprietari – che in quella tragedia avevano già subito un danno – anche i costi della rottamazione e del trasporto.

Ieri è partita la rimozione del resto delle macerie, il primo passo concreto verso la bonifica completa dell’area, che al momento rimane comunque interdetta, mentre la palazzina è ancora inagibile. Il comando della polizia locale ha individuato un centro di raccolta e stoccaggio delle macerie e seguirà da vicino la bonifica.

Per i residenti del quartiere di San Vincenzo è stato un sollievo atteso da mesi, dopo il lungo periodo in cui polvere, calcinacci e sporcizia avevano trasformato l’incrocio in una piccola discarica urbana, mentre scuole, attività commerciali e locali di intrattenimento convivevano a pochi metri dalle macerie. L’inquilino che viveva nell’appartamento accanto a quello in cui è avvenuta l’esplosione ha dovuto cercare un’altra sistemazione.

Era da poco passato mezzogiorno la mattina del 30 giugno scorso, quando due esplosioni ravvicinate avevano fatto accorrere in strada centinaia di persone. Nella mansarda, al secondo piano della palazzina, c’era Antonello Lambroni, geometra di 63 anni. Lo avevano estratto vivo, ma devastato dalle ustioni. Aveva lottato nove giorni, per poi arrendersi nella notte del 9 luglio.

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