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Maiali a Caniga, l’azienda rilancia: «Non chiudiamo»

di Davide Pinna
Maiali a Caniga, l’azienda rilancia: «Non chiudiamo»

Lo stop all’allevamento dei suini da parte del Comune, il titolare Antonio Moro: «Continueremo a lavorare»

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Sassari Secondo colpo di scena in poche ore, nella vicenda dell’allevamento di maiali nelle campagne di Caniga. Lo stop imposto dal Comune con l’annullamento in autotutela della pratica di avvio attività “a zero giorni” (cioè che può partire subito dopo la presentazione, senza attendere un via libera) non preoccupa il titolare Antonio Moro, imprenditore originario di Laerru ma da tempo stabilito a Sassari: «Cosa succederà? Noi non chiudiamo, questo è sicuro. È una pratica a zero giorni, abbiamo tutte le autorizzazioni da parte degli altri enti. L’azienda continuerà a lavorare».

I due provvedimenti Al momento, nell’ex pollaio di Maccia d’Agliastru, ci sono 1.500 maiali: «L’attività è cominciata il 21 ottobre e procede a pieno regime» sottolinea Moro. Sospenderla sarebbe un incubo logistico: bisognerebbe spostare gli animali e trovargli una nuova sede, ma Moro l’ipotesi non la prende nemmeno in considerazione. L’imprenditore contesta la decisione del Comune e della Città metropolitana di annullare le autorizzazioni: «L’istanza per l’avvio dell’attività di allevamento dei maiali è stata presentata il 25 giugno. Il 15 ottobre ne avevamo presentato un’altra, una semplice variazione anagrafica. Gli uffici hanno annullato quest’ultima: io sono un agronomo e le posso assicurare che in 15 anni di attività professionale non ho mai visto che si annullasse l’istanza di variazione e non quella originaria. Dopo mesi di silenzio, si sono svegliati soltanto adesso? Non mi pare normale».

Gli attacchi «Ma sa cos’è che trovo più allucinante? La gioia con cui il Comune e molti esponenti politici hanno annunciato il provvedimento: non è normale questa felicità per lo stop a un’attività imprenditoriale. È un clima che non capisco e che non mi piace, le istituzioni dovrebbero far rispettare le norme, non parteggiare». Moro è un fiume in piena, difende la scelta di individuare l’ex pollaio di Maccia d’Agliastru come sede dell’allevamento di bovini: «Quella è campagna, siamo a quasi cinque chilometri da Caniga. Poi, che intorno ci siano singole abitazioni è vero, ma sono le case che non ci fanno niente lì, non gli allevamenti di maiali: se non li facciamo nell’agro, dove dovremmo farli?». Moro usa l’argomentazione per rispondere a una delle contestazioni mosse dalla Città metropolitana, sulla base delle quali il Comune ha annullato i provvedimenti, quella delle distanze dai centri abitati: «Mi si contesta di essere a 250 metri da un’abitazione, ma le norme dicono che gli allevamenti devono stare a 500 metri dagli insediamenti abitativi e le case singole non rientrano in questa categoria». E ancora, Moro replica anche alla contestazione sulla natura intensiva dell’allevamento: «Scatta sopra i 2.000 animali, ma si parla di maiali oltre i 30 chili, questi sono maiali in svezzamento, che non arrivano a 30 chili di peso».

Pratiche annullate Lo stop di Palazzo Ducale è arrivato su istanza della Città metropolitana, che aveva contestato diverse mancanze nella documentazione presentata da Moro e dalla ditta piemontese Gruppo Ciemme, chiedendo alcune integrazioni. Fra le richieste, quella di spiegare perché l’attività non dev’essere considerata come intensiva, come mai non siano previsti gli scarichi delle acque reflue, la predisposizione della documentazione di impatto acustico e l’acquisizione di titoli abilitativi di natura ambientale. Ma, soprattutto, la questione delle distanze dalle abitazioni. In attesa delle integrazioni, la Città metropolitana ha proposto all’ufficio Suape del Comune l’interdizione dell’intervento e il divieto assoluto di emissioni in atmosfera. I tecnici di Palazzo Ducale, a stretto giro, hanno dichiarato l’irricevibilità della Dua e hanno invitato gli interessati a non realizzare l’intervento, privo di titolo abilitativo, e a rimuovere le modifiche già eventualmente apportate. Una richiesta che, per il momento, i titolari respingono al mittente. Il Comune proverà ad applicarla con un intervento più deciso? Questo lo si scoprirà solo nelle prossime ore.

Proteste In prima fila, contro l’allevamento, i residenti di Maccia d’Agliastru, preoccupati per odori, ricadute ambientali e aumento del traffico. Timori condivisi anche dal sindaco Mascia, che in aula aveva parlato di «progetto che a me non piace» e della volontà di avviare un confronto con l’imprenditore, oltre a garantire controlli rigorosi da parte sull’iter. Ma l’allevamento aveva innescato la protesta, anche fuori dalla Sardegna, delle associazioni animaliste che avevano esultato ieri dopo l’annuncio dello stop. Ora, però, la partita potrebbe riaprirsi.

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