Roghi nel condominio a Sassari, Cabizza rimane in carcere
Il gip ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare nell’istituto di Bancali
Sassari È stata confermata dal gip del tribunale di Sassari Gian Paolo Piana la custodia cautelare in carcere per Vladimiro Cabizza, 55 anni, accusato di incendio doloso e atti persecutori nei confronti dei condomini di largo Budapest. Il gip ha convalidato l’arresto eseguito dai carabinieri e respinto le richieste della difesa e ha disposto che l’uomo per ora resti nel carcere di Bancali.
Alla base della decisione del giudice ci sarebbero gravi indizi di colpevolezza, rafforzati dalle immagini delle telecamere di sicurezza che, secondo i carabinieri della sezione operativa di Sassari, rappresentano la cosiddetta “prova regina” dell’inchiesta.
Nei filmati registrati nella notte di venerdì 12 dicembre, Cabizza viene ripreso mentre si aggira nel cortile del condominio "La Collinetta” con fare sospetto, indossando guanti neri e portando con sé una tanica di benzina. Poco dopo, le fiamme avvolgono e distruggono un motorino, dando origine al sesto incendio in poco più di un mese.
Un’escalation di roghi che ha seminato il terrore tra i residenti, costretti più volte a scendere in strada nel cuore della notte mentre il fuoco lambiva le finestre delle abitazioni. Le immagini, unite agli altri elementi raccolti durante le perquisizioni - tra cui il sequestro di materiale accendifuoco nell’abitazione dell’indagato - hanno convinto il gip della necessità di mantenere la misura più afflittiva.
Nel corso dell’udienza di convalida, Cabizza stamattina si è avvalso della facoltà di non rispondere, rilasciando però dichiarazioni spontanee per ribadire la propria estraneità ai fatti e ammettendo soltanto normali discussioni condominiali con alcuni vicini. I suoi difensori, gli avvocati Antonio Moro e Daniela Pinna Vistoso, avevano chiesto la revoca della custodia cautelare o, in subordine, gli arresti domiciliari in un’abitazione diversa da quella di largo Budapest, richiesta che il giudice ha rigettato.
Secondo il gip, permangono sia il pericolo di reiterazione del reato sia le esigenze di tutela della collettività, considerata la gravità dei fatti e il contesto in cui sono maturati.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Sassari, prosegue ora per consolidare il quadro accusatorio di una vicenda che ha profondamente scosso la città e trasformato un condominio tranquillo in uno dei principali teatri di cronaca nera delle ultime settimane.
