La Nuova Sardegna

Giovani fragili

La lotta invisibile della mente e i disturbi psicologici: nessuno dovrebbe combattere questa battaglia da solo

di Giorgia Bilello*
La lotta invisibile della mente e i disturbi psicologici: nessuno dovrebbe combattere questa battaglia da solo

Un numero altissimo di giovani ne soffre ma molti non ricevono aiuto. Il ruolo fondamentale della famiglia e della scuola

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Quanti giovani affrontano ogni giorno una battaglia silenziosa senza che nessuno se ne accorga? Circa il 20% degli adolescenti soffre di disturbi psichici, ma molti non ricevono aiuto. La stanchezza mentale è un peso invisibile ed è spesso ignorata rispetto a quella fisica. Per chi soffre, ogni giornata può sembrare una montagna da scalare, anche le attività più semplici diventano sfide. Ansia e depressione sono tra i problemi più comuni, con sintomi come irritabilità, insonnia e perdita di interesse. Se trascurati, possono compromettere la vita sociale e scolastica. L’ansia sociale, ad esempio, trasforma anche un banale incontro in una situazione di disagio. I disturbi alimentari, spesso legati alla ricerca della perfezione estetica, sono un’altra trappola. Anche il mondo digitale contribuisce al problema. L’abuso di internet, la dipendenza dai videogiochi e il cyberbullismo possono aumentare isolamento e stress. Le ripercussioni di questi disturbi possono durare a lungo. La derealizzazione e la depersonalizzazione, ad esempio, sono esperienze difficili da spiegare a chi non le ha mai vissute, ma che consumano ogni energia alterando la percezione di se stessi e della realtà.

Lo stato costante di tensione influisce sulla capacità di concentrarsi e studiare. Le parole si dissolvono, la mente non riesce a trattenere le informazioni, mentre l’ansia da prestazione alimenta un senso di estraneità sempre più opprimente trasformando ogni esame e ogni prova in un ostacolo insormontabile. L’autosabotaggio, spesso legato a bassa autostima e alla paura di non meritare felicità, è una delle trappole più difficili da riconoscere. Evitare esperienze positive o danneggiare la propria salute può peggiorare il malessere, portando all’isolamento e, nei casi più gravi, all’autolesionismo. Affrontare questi disturbi richiede prevenzione, supporto familiare e interventi mirati. Le scuole devono essere un luogo sicuro, con maggiore consapevolezza sulla salute mentale. Un ambiente scolastico più attento e inclusivo renderebbe il percorso meno difficile. Le famiglie hanno un ruolo fondamentale nel riconoscere il disagio e nel favorire l’aiuto professionale. Psicoterapia, counseling e una cultura che combatta lo stigma sono strumenti essenziali per il benessere mentale. C’è sempre una via d’uscita. Anche quando tutto sembra buio, il primo passo è chiedere aiuto. Parlare, accettare un supporto può trasformare il peso insostenibile in qualcosa di affrontabile. Nessuno dovrebbe combattere questa battaglia da solo. *Giorgia frequenta l’istituto tecnico Deffenu di Olbia

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