Quella ragazza di Gaza potevo essere io
Io sono fortunata: non sono nata sotto le bombe ma nella parte “giusta” del mondo
Non molto lontano da qui, una ragazza che sta per compiere diciott'anni sta morendo. Non molto lontano da qui, una ragazza che sta per compiere diciott'anni, pensa come sfamare se stessa e suo fratello a cui fa da madre. Non molto lontano da qui, una ragazza che sta per compiere diciott'anni, non può parlare, scrivere e uscire di casa. Non molto lontano da qui, una ragazza che sta per compiere diciott'anni, ha visto che sparavano a sua madre davanti a lei mentre aspettava di ritirare i pasti. Non molto lontano da qui, una ragazza che sta per compiere diciott'anni, non sogna di diventare una cantante, una ballerina o un'attrice, perché sa che non potrebbe mai farlo, lei sogna di rivedere nell'aldilà suo fratellino morto nei bombardamenti. Non molto lontano da qui, una ragazza che sta per compiere diciott'anni, è morta.
È strano, perché quella ragazza aveva le mie stesse passioni. Quella ragazza amava leggere, scrivere, cantare, giocare a basket e guardare film. Quella ragazza potevo essere io. Perché non sono io? Lei ha un altro nome e un'altra storia, ma soprattutto è nata in un altro paese. In un paese che non si trova in tutte le cartine geografiche, e che tra poco si teme scomparirà anche dalla memoria della gente. Io ho avuto solo la fortuna di non essere nata sotto le bombe, eppure sono tantissime le persone che non possono dire lo stesso. Sono persone. Vite che vengono spezzate ogni giorno. Sono vite che hanno perso tutto ciò che avevano. Sono padri che non possono sfamare i loro bambini, ragazzi che hanno visto la madre morire, fratelli che vengono ammazzati aspettando l'acqua e sorelle che diventano orfane e poi madri. Sono bambini mai nati, morti nel grembo della madre. Gaza è una trappola senza uscita.
Abbiamo un privilegio, siamo nati nella parte ''giusta'' del mondo. In quanto privilegiati è un nostro dovere esprimere il nostro dissenso verso ciò che sta accadendo a Gaza: “ma la guerra non si fermerà se scendete a manifestare'”. È vero, e noi che manifestiamo lo sappiamo, ma in tal modo, legittimo e pacifico, esprimiamo il nostro dissenso affinché il nostro governo metta in atto tutte le pressioni necessarie a ristabilire il diritto internazionale e a bloccare la politica genocida di Israele. Scendere in piazza è un nostro diritto che dobbiamo esercitare. La difesa dei diritti umani non è una questione di destra o sinistra. La difesa dei diritti umani è una questione di etica. Ripubblicare post e video su Gaza è doveroso. Parlare di Gaza ogni volta che ne abbiamo occasione è doveroso. Non ti puoi girare dall’altra parte. Quella ragazza potrebbe essere tua sorella, la tua amica, la tua fidanzata. Quella ragazza potresti essere tu.
*Claudia frequenta il Liceo Sebastiano Satta a Nuoro