La Nuova Sardegna

Sport

Baldanzeddu, l’orgoglio di Calangianus

di Pietro Zannoni
Baldanzeddu, l’orgoglio di Calangianus

Tutto il paese davanti alla tv per la sfida del terzino al Milan. La gioia della mamma, l’imbarazzo del nipotino rossonero

17 gennaio 2014
3 MINUTI DI LETTURA





CALANGIANUS. Mercoledì alle 18 coloro che avevano visto Ivano Baldanzeddu, oggi con lo Spezia in serie B, calcare il Signora Chiara, non si sono persi l’appuntamento straordinario di vedere Ivano, bandiera, oggi più che mai, del calcio giallorosso, giocare sul tappeto del prestigioso San Siro, o stadio Meazza che dir si voglia, per l’incontro degli ottavi di coppa Italia Milan-Spezia.

Ivano, 27 anni, infatti, dopo i suoi esordi nell’Empoli (due gare in A), e poi, fra le altre squadre, Avellino, Lucchese e due anni alla Juve Stabia in B, quest’anno è stato acquistato dal Verona che lo ha ceduto in comproprietà allo Spezia, ove da esterno destro di difesa ha già disputato 17 gare. E in Liguria Ivan si fa sempre più valere prima con mister Stroppa, ora con mister Mangia. Ivano sapeva ben quanto era seguito nella sua Calangianus.

«Mamma me lo ha detto - dice Ivano, da noi contattato –. Sono contento di aver giocato a San Siro, in uno stadio dove avevo già giocato sempre contro l’Inter con l’Empoli e colpii anche un palo. Non nego che all’inizio sono stato un frastornato davanti a tanti campioni e poi quel gol al 28’di Robinho . Aspettavo che si sollevasse la bandierina del segnalinee per il fuorigioco ma il brasiliano era già davanti a me. Ho subbio reagito ed mi sono rifatto alla fine quando, superato Mexes, ho calciato un cross in area che ha permesso a Ferrari di segnare la rete della bandiera. Per i settemila tifosi spezzini che ci avevano seguito è stata una bella soddisfazione e che festa. Come se avessimo vinto!”.

«Aver giocato con il Milan – prosegue Ivano - per me sarà uno stimolo in più e poi so bene quanto in paese mi si segue con affetto e orgoglio. Sono felice proprio nei confronti di coloro che mi hanno sempre seguito e hanno creduto in me».

Quando il cronista bussa a casa Bardanzeddu nel quartiere Signora Chiara, mamma Maria capisce il motivo della visita «Ieri sera - svela ,quasi commossa- erano qui a tifare per Ivano, le sorelle Annalisa, Erica e i cognati Massimo e Pietro, il nipotino Mario di 9 anni, che era piuttosto in difficoltà essendo milanista. Per noi tutti un grande soddisfazione ma allo stesso tempo abbiamo sentito un gran vuoto perché non erano con noi il padre Paoluccio (terzino giallorosso e scomparso due anni fa, il primo calciatore sardo morto per Sla, ndc) e il nonno Pauleddu Inzaina supertifoso e dirigente. La gioia però di Ivano, che subito ci ha telefonato, ci ha fatto dimenticare tutto».

E questo rapporto di mamma Maria con Ivano si sa che è davvero bello: durante il giorno Ivano, nonostante la sua vita da professionista al 100%, non manca di telefonare alla madre che con la sorella Erica è andata a trovarlo lo scorso dicembre a La Spezia.

«Beh, giocare allo stadio di La Spezia è davvero fantastico c’è un pubblico straordinario - dice Ivano -. Già ho vissuto la bella esperienza della Juve Stabia, in Liguria c’è un ambiente esigente che ti sollecita a far sempre meglio. Vedere quella muraglia di tifosi, settemila, giunta Milano, esultare a nostro favore per la rete della bandiera in un campo come il Meazza, è stato emozionante, una situazione impagabile per qualsiasi giocatore ed per me sarà uno dei ricordi più belli perché il cross decisivo era mio».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative