La Nuova Sardegna

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«Un avvio sotto ritmo poi ho visto il vero Banco»

di Roberto Sanna

L’analisi del coach biancoblù Meo Sacchetti: un primo quarto troppo morbido «Nel secondo e terzo periodo abbiamo avuto uno sprazzo dei nostri»

20 aprile 2014
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SASSARI. Questa volta Meo Sacchetti ha poco da dire alla sua squadra, nel senso che rivolge i normali appunti che un coach può fare alla fine di una partita comunque dominata, con due quarti giocati quasi al top. «All’inizio abbiamo sonnecchiato – è il primo commento dell’allenatore del Banco di Sardegna –, abbiamo giocato sotto ritmo e sono cose che non ci possiamo permettere. Noi a quei ritmi non possiamo giocare, siamo stati anche un po’ passivi e loro ci hanno punito. Abbiamo aumentato il ritmo già nel secondo quarto e nel terzo abbiamo avuto uno sprazzo dei nostri e abbiamo chiuso il match».

Avete forse staccato la spina troppo presto.

«Abbiamo finito male, sì, negli ultimi cinque minuti non abbiamo mai fatto canestro. Purtroppo quando stacchi completamente è quasi impossibile ripartire, non dovrebbe succedere ma la partita ormai era già chiusa. Avevamo un margine tale che non correvamo più alcun rischio».

Siamo già in clima playoff?

«Se guardiamo il primo quarto direi proprio di no, non c’era molto aria di playoff. Diciamo che siamo ancora alla ricerca del giusto feeling con certe situazioni, nel secondo e nel terzo periodo eravamo sicuramente in sintonia. All’inizio no e dobbiamo stare attenti, non si può cominciare in quel modo una partita di playoff».

La partita è svoltata coi cambi, qual è stato quello più importante?

«Travis ci ha dato qualcosa anche quando è entrato, non ha inciso con le cifre ma la sua presenza è stata importante. Anche Ben ci ha dato qualcosa di importante e Brian ha portato in campo quell’aggressività che ci serviva».

Eze è stato decisivo in un momento nel quale sotto canestro vi schiacciavano tutti in testa, è stato comunque una presenza.

«Ha avuto uno sprazzo importante nel secondo quarto, sicuramente, poi quando ha cominciato a essere stanco ha perso la lucidità».

Si è rivisto finalmente Jack Devecchi, ha cominciato a rimetterlo in campo per fargli recuperare il ritmo partita?.

«Il suo recupero per noi era importante, ho cominciato a farlo giocare per dargli minuti ma a un certo punto mi sono reso conto che era stanco e l’ho tolto. Non volevo rischiare troppo, stiamo parlando di un giocatore che ha avuto una ricaduta e quindi bisogna andarci molto cauti. Anche con Massimo Chessa ho usato la prudenza, non l’ho fatto giocare perché è stato fermo praticamente tutta la settimana. Ed è stato meglio così».

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