Vittoria sotto il segno di Leone
Le parate del portiere su Melandri: «L’ho ipnotizzato». Guerri: «Ora saranno loro a doverci battere»
SASSARI. Prima calamita per due volte di fila le conclusioni del povero Melandri, poi si ripete attirando a sè l’attenzione dei cronisti in sala stampa, dove ha dato luogo a un piccolo show. Daniel Leone, portiere della Torres protagonista del match di ieri con alcuni interventi decisivi nel finale, dimostra una sicurezza e una personalità che difficilmente si trovano in una ragazzo non ancora 21enne (lo sarà il 3 giugno). Quelle due parate a pochi istanti dal novantesimo su due conclusioni a colpo sicuro dello scatenato attaccante romagnolo valgono oro. La prima sul colpo di testa del solissimo numero 11 giallorosso, la seconda su una sorta di rigore in movimento ancora di Melandri che aveva rubato palla sulla tre quarti. «Come ho fatto sulla seconda occasione? Me l’ha tirata addosso. L’ho ipnotizzato con quest’occhio – scherza –. Certo, se mi avesse fatto una finta, in un momento del genere, sarei probabilmente andato a terra. Sul colpo di testa? Sono arrivato e me la sono trovata in mano: chiamatela fortuna, destino, non so». Magari senso del piazzamento. «Può darsi». E a chi gli attribuisce grandi meriti sulla vittoria, lui risponde: «Come si dice? Mi sono limitato solo all’ordinaria amministrazione...».
Ma sa bene che non è così: «Un pareggio ci avrebbe costretto ad andare a Forlì con un’altra testa – dice Leone –. Non andiamo lì tranquilli, ma tranquilli quanto basta per affrontare una gara che dovremo cercare di vincere, perché non serve a nulla puntare a gestire il pareggio. Insomma dobbiamo tornare a essere la squadra che eravamo sino a qualche settimana fa, quella che puntava a vincere sempre». E parla di un ritrovato spirito di una squadra cui le tre sconfitte di fila costate la promozione diretta avevano tolto il sorriso, la voglia di scherzare.
Il ritorno di Carlo Ferrario da titolare coincide con il ritorno alla vittoria: «Stavo bene fisicamente, credo di aver dato una mano alla squadra come mi ha chiesto il mister, e cioè provare ad allungarli per permettere a Filippini di trovare spazio tra le linee. Certo verso la fine abbiamo accusato la fatica, e se siamo contenti per la vittoria bisogna ammettere che si poteva chiudere con uno scarto maggiore. Ora andiamo a Forlì, dove abbiamo a disposizione due risultati su tre, per vendere cara la pelle».
Il capitano Simone Guerri: «Certo, c’è un po’ di delusione per quello che di più avremmo potuto fare, sfruttando i loro ritmi bassi con qualche nostro giocatore di qualità. Però, abbiamo amministrato bene, io vedo il bicchiere pieno, nel primo tempo la squadra mi è piaciuta e andiamo a Forlì fiduciosi. Ho visto una squadra in forma, più consapevole, che ha ritrovato il gioco e elementi come Filippini. E pazienza se il punteggio ci costringerà a una concentrazione ancora maggiore. Mi dispiace per Migliaccio, che credo abbiamo perso. Ma Forlì ora ci deve battere ed è tutto da vedere se saprà essere più bravo di noi».