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Il Banco festeggia il blitz perfetto

di Roberto Sanna
Il Banco festeggia il blitz perfetto

I biancoblù a Brindisi hanno chiuso la serie senza correre il rischio di rianimare gli avversari

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INVIATO A BRINDISI. Un blitz perfetto per il Banco di Sardegna, che venerdì notte al PalaElio di Brindisi ha capitalizzato al meglio il vantaggio guadagnato in casa. Tre a zero, biglietto per la semifinale staccato e la semifinale vale anche l’Europa: se poi sarà ancora Eurocup o addirittura Eurolega è un discorso che verrà affrontato più avanti, di sicuro c’è che i biancoblù hanno eguagliato il loro massimo risultato in campionato. Visto che l’obiettivo è sempre quello di migliorarsi e che la volta scorsa la semifinale contro Siena finì a zero, bisogna capire se migliorarsi vuol dire solo andare in finale o anche vincere almeno una partita nella prossima serie. Anche se, ripensandoci, la Dinamo due anni fa si presentò scarica psicologicamente e quella semifinale era quasi un premio, una passerella di prestigio contro una delle squadre più forti mai viste in Italia. La differenza tra questo Banco e l’Armani Milano, se dovesse essere questo l’accoppiamento, è invece molto minore.

Il bottino. Vittoria della Coppa Italia, ottavi di finale dell’Eurocup, semifinale scudetto. Non si può certo dire che questa squadra, pur tra alti bassi e qualche delusioneimprevista, abbia raccolto poco in una stagione molto intensa, che l’ha vista in campo praticamente ogni tre giorni da ottobre a marzo. Arrivare in finale scudetto sarebbe un sogno, a questo punto tanto vale viverlo fino in fondo. Onestamente, “bucare” i quarti di finale sarebbe stato pesante su vari fronti. Ora arriva il momento chiave, sollevare il livello della sfida. Questo gruppo non può essere sazio e il ricordo della Final 8 di Coppa Italia è un monito per tutti. Tanto più che dall’altra parte del tabellone sta succedendo davvero di tutto e il comportamento di Pistoia sta dimostrando che Milano è forse la più forte ma non è certo inavvicinabile come era Siena due anni fa.

La svolta. L’ultima partita della regular season e gara1 dei quarti di finale ci hanno consegnato una Dinamo diversa, rocciosa, dura mentalmente. A posteriori sbagliare una di quelle due partite avrebbe potuto far svoltare in negativo la stagione. Giocare gara 1, gara 2 ed eventualmente la quinta a Brindisi non sarebbe stato agevole, così come presentarsi sull’1-1 (o, peggio, 0-2) venerdì sera sarebbe stato durissimo. Il Banco prima si è assicurato il fattore campo ribaltando la differenza canestri nello scontro diretto, poi è sopravvissuta a una partita nella quale ha giocato male ed è stata sempre in svantaggio. Da questo ha preso una grande energia mentale, perché dopo la mattanza di gara 2 la gara 3 si è giocata molto sull’onda dell’emotività. L’Enel ha dimostrato di avere cuore e anche di non aver smaltito la mazzata, perché ogni volta che la Dinamo è rientrata in partita ha accusato il colpo. E anche i tifosi hanno dimostrato che l’ambiente aveva già messo in preventivo l’eliminazione. In questo caso il Banco ha avuto il “killer istinct” e ha chiuso a zero la serie. Una sconfitta avrebbe rianimato gli avversari e riaperto i giochi in una gara 4 molto difficile, col rischio di ritrovarsi poi nella roulette russa di una gara 5. Risalire da quel -13 è stato fondamentale per tanti motivi.

L’abbondanza. Il roster lungo, alla fine, sta pagando in tutti i ruoli e nelle partite-chiave. In tre partite il contributo di Brian Sacchetti, Eze, Devecchi e Chessa è stato fondamentale perché hanno fatto azioni decisive nei momenti importanti, in attacco e in difesa. Sarà stato un problema gestire un gruppo così profondo, specie perché era la prima volta, ma i fatti (Final 8 compresa) hanno dimostrato che per salire di livello bisogna imboccare una certa strada. Poi la Dinamo resta una squadra e una società con caratteristiche ben precise e come tale si propone ora in semifinale. L’abbondanza non è più un problema e nemmeno un male necessario, è diventata invece una risorsa: quando Gordon non ingrana, Drake ha problemi di falli, Thomas litiga con gli arbitri o c’è bisogno di un nuovo assetto tattico, Meo Sacchetti ha sempre pronta un’alternativa valida.

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