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Quintana, scontro sulla fuga “proibita”

di Maurizio Di Giangiacomo
Quintana, scontro sulla fuga “proibita”

I rivali chiedono di penalizzarlo, la giuria dice no: sale la tensione per il vantaggio nella discesa “pericolosa”

29 maggio 2014
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Al Giro d’Italia si gareggia, ma soprattutto, si litiga. Vince ancora la Bardiani, che fa tris con Stefano Pirazzi dopo i successi di Marco Canola ed Enrico Battaglin. Ma i riflettori sono ancora tutti sulla maglia rosa Nairo Quintana. E non già sulla splendida impresa che ha compiuto martedì sulla salita della Val Martello, bensì sul “giallo” (vero o presunto) del vantaggio che ha accumulato nella discesa dallo Stelvio. La Omega Pharma Quick Step dell’ex leader della classifica generale Rigoberto Uran, ma anche l’Astana di Fabio Aru, la Trek di Robert Kiserlovski e tante altre squadre hanno fatto quadrato, respingendo le giustificazioni del direttore sportivo della Movistar di Quintana, Eusebio Unzue, e chiedendo all’Unione ciclistica internazionale – per il tramite dell’Associazione internazionale dei gruppi sportivi – di togliere alla maglia rosa il vantaggio che ha accumulato nella discesa lungo la quale la direzione di corsa aveva predisposto le “safety bike”, allo scopo di tutelare l’incolumità dei corridori.

Davide Bramati (Omega) e compagni sono tornati alla carica ieri mattina forti dei dettagli emersi nella serata di martedì. Contrariamente a quelle che sarebbero state le indicazioni del direttore del Giro Mauro Vegni, radiocorsa ha fatto effettivamente riferimento alla volontà di evitare attacchi in discesa: insomma, se non era una neutralizzazione, poco ci mancava. Aggiungeteci la testimonianza dell’ex pro Marco Velo, in sella a una delle “safety bike”, che ha riferito che Quintana lo ha dapprima invitato ad andare più veloce e quindi superato, e la rabbia dei direttori sportivi dei ciclisti che si sono attardati sullo Stelvio è presto spiegata.

Nonostante questo, l’Uci ha fatto spallucce, plaudendo alla condotta di Vegni («tesa alla tutela dell’incolumità dei corridori, vera priorità») e respingendo la richiesta di penalizzazione della maglia rosa. «La nostra proposta non è stata accolta, ne prendiamo atto. Il Giro non è ancora finito, i miei corridori lo hanno dimostrato anche oggi – ha commentato lo stesso Bramati, visibilmente contrariato – Nessuno voleva mettere in dubbio la superiorità di Quintana. Fatto sta che tutti i ds erano d’accordo sulla richiesta di togliergli il vantaggio che aveva ottenuto nella discesa dello Stelvio».

«Cos’è, uno scherzo?», ha detto lo stesso Quintana, quando gli è stato riferito della richiesta avanzata dai suoi rivali. «Mi viene proprio da ridere. Tutto il mondo ha visto quello che è successo. Sono sceso dallo Stelvio in bici, mica aggrappato a un’auto o a una moto, e non ho tagliato il percorso. I miei colleghi che ancora protestano, quelli che non mi hanno dato la mano stamani al villaggio di partenza, sono quelli che non hanno ancora accettato la sconfitta».

Insomma, partita chiusa? Quintana potrebbe archiviare la pratica già oggi, sulle rampe della Panarotta. Staccare tutti in salita: è la cosa che sa fare meglio.

A tentare di contrastarlo non ci sarà Diego Ulissi, vincitore di due tappe, che ieri sera – ormai stremato per l’influenza – ha deciso per il ritiro.

@mauridigiangiac

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