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Pozzebon saluta e punta alla serie B «Olbia nel mio cuore»

di Dario Budroni
Pozzebon saluta e punta alla serie B «Olbia nel mio cuore»

Il bomber lascia i bianchi dopo due stagioni e ben 45 gol «Città meravigliosa, mi ha permesso di andare tra i prof»

30 maggio 2014
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OLBIA. Il bomber si gode il mare cristallino e la sera gioca una partitella di calcetto. Demiro Pozzebon adesso si riposa, libera la mente e recupera le forze. Tra qualche giorno dovrà infatti chiudere la valigia, salutare la città e cominciare una nuova avventura. Però Olbia rimarrà comunque nel suo cuore. Impossibile dimenticare una piazza che ti ha voluto bene, che ti ha dato la possibilità di crescere e mettere in mostra un talento da vero signore del reparto offensivo. Quando è sbarcato in città, nell’agosto 2012, nessuno pensava di avere a che fare con un personaggio del genere. Ma nel giro di qualche mese, Demiro Pozzebon, classe 1988, ha dimostrato di essere un ottimo attaccante e un grande trascinatore, fino a diventare un simbolo indiscusso di una squadra che voleva tornare grande. Anche grazie ai suoi gol l’Olbia ha vinto il campionato di Eccellenza ed è tornata in serie D. Quest’anno, poi, è arrivata la consacrazione: tenuto d’occhio da club di mezza Italia, è stato infine scelto per il grande salto. Così adesso, dopo 45 gol in due stagioni, il bomber romano ringrazia e saluta la città, ma promette di tornare molto presto. Anche perché Olbia gli ha fatto conoscere Marcella, la sua fidanzata da oltre un anno.

Demiro Pozzebon, partiamo dal futuro. Dove sarà tra qualche settimana?

«Ancora non lo so, sto valutando diverse soluzioni. Mi hanno seguito alcune società di Lega Pro, ma è probabile che andrò a giocare nell’Avellino in serie B. Però ancora non è sicuro. Quel che è certo, comunque, è che non rimarrò a Olbia. Tra dieci giorni tornerò a casa mia, a Ostia, e poi si vedrà».

Dispiaciuto?

«Beh, molto. Purtroppo il calcio è anche questo. Però ho sempre sognato di giocare tra i professionisti e adesso dovrei riuscirci. Cercherò di dare il massimo, ma Olbia rimarrà nel cuore. Qui ho stretto tante amicizie, sicuramente terrò i contatti. E ovviamente tornerò presto, la mia ragazza per esempio è olbiese. Poi chissà, magari un giorno giocherò nuovamente qui. Mai dire mai».

Cosa le resterà di Olbia?

«Questa è una bellissima città. Ho legato con molte persone anche fuori dal campo. Poi qui sono riuscito a riscattarmi: l’ambiente mi ha stimolato e io ho dato il massimo segnando 45 gol in due anni, che non sono pochi. Olbia è stata come un trampolino di lancio per me».

Il ricordo più bello?

«Sicuramente la vittoria del campionato di Eccellenza. Olbia attendeva da tempo il ritorno in serie D e noi siamo riusciti a farle questo regalo. Non lo scorderò mai».

E il più brutto?

«Forse il periodo di crisi tra novembre e dicembre. Siamo passati dalla prima alla quinta posizione, abbiamo perso diverse partite e anche cambiato allenatore. Ma poi siamo riusciti a risollevarci fino ad accedere ai playoff, nonostante tutto è stato un bel campionato».

Ringraziamenti speciali?

«Voglio salutare e ringraziare i tifosi. Sono sempre stati in prima linea, in casa e in trasferta, e hanno dimostrato tanto affetto nei confronti miei e di tutta la squadra».

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