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«Buona intensità per 32’, ma per batterli serve di più»

di Andrea Sini
«Buona intensità per 32’, ma per batterli serve di più»

Coach Meo Sacchetti si sofferma sulle difficoltà incontrate dai suoi nell’ultimo quarto «Troppi tiri sbagliati e in difesa ci sarebbe servita più cattiveria per fermarli con i falli»

31 maggio 2014
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INVIATO A MILANO. Più falli, più difesa e qualche bomba in più. L’analisi a caldo di Meo Sacchetti parte dagli elementi che sono mancati alla sua squadra per rovesciare il fattore campo nel primo match della semifinale scudetto. «Abbiamo tenuto molto bene il campo per 32 minuti – sottolinea il coach della Dinamo –, poi abbiamo pagato le scarse percentuali al tiro dell’ultimo quarto. Non siamo riusciti a fermarli, avremmo dovuto portarli a tirare qualche tiro libero in più e a fare qualche canestro in meno. È questo che è mancato alla mia squadra nel momento chiave della partita».

Tre quarti di ottimo livello, una partenza un po’ frenata nel periodo conclusivo, ma in fin dei conti la partita poteva essere riaperta in qualsiasi momento. «Dovevamo essere più cattivi – ripete Meo Sacchetti – avremmo dovuto commettere qualche fallo in più, da questo punto di vista siamo stati davvero un po' mollaccioni».

Degli 84 punti finali segnati dai sassarese, soltanto 13 sono arrivati dalla panchina. Ecco un altro punto chiave. «Abbiamo giocato la nostra partita ma in effetti siamo stati molto corti. Abbiamo spremuto i nostri top player per stare a questo livello, poi però nei momenti decisivi abbiamo pagato un po’ di stanchezza. E si è visto anche in alcune situazioni nel finale: non è tanto frequente vedere Drake che tira e non prende neppure il ferro, forse non era mai successo».

Da dove deve ripartire la Dinamo per gara2? «Con Milano che tira in questa maniera non basta giocare bene per 32 minuti, serve molto di più – avverte il tecnico biancoblù –, non basta una partita mediocre per battere una squadra come questa. Siamo partiti bene, abbiamo fatto questo break con un buono spirito, ma alla fine, nel momento importante, quando potevamo far prendere un po’ di paura a loro, abbiamo sbagliato troppo».

Al di là del tiro dalla lunga distanza che si è inceppato nel momento topico, c’è anche un notevole gap a rimbalzo: 39 a 27. «Non è solo una questione legata al tiro da 3, perché abbiamo sbagliato dei tiri abbastanza facili, ma il gap nei rimbalzi è dato anche dal fatto che abbiamo sbagliato molto e questo ti scombina i giochi. Nel finale è stato bravo Thomas a tirarne giù un paio pesanti, ma serviva di più».

Il calo della Dinamo nel terzo quarto ha coinciso con il calo di Travis Diener, che nei 10’ finali non ha distribuito neppure un assist. «Anche lui ha patito un po’ la fatica ma è stato anche marcato bene – dice Sacchetti –. Gordon? Ha fatto cose buone e cose meno buone, deve fare di più ma lo vedo comunque in crescita. Loro hanno avuto anche un Samuels in grande serata».

Milano sembra aver cambiato atteggiamento: dopo lo spavento con Pistoia forse ha ritrovato una certa umiltà. «Ormai l’umiltà o ce l’hai o non ce l’hai – conclude il coach del Banco di Sardegna –. Se non hai umiltà nei playoff c'è qualcosa di sbagliato: le gare di questo tipo sono particolari, ognuna diversa dall'altra. Loro hanno avuto una doppia dimensione, tra canestri e rimbalzi. Come ho detto prima, loro sono fortissimi e per batterli non ci basta una discreta partita, servirà sempre un match perfetto».

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