Cassani difende il suo team «Ci abbiamo provato»
ROMA. «Abbiamo fatto tutto quello che avevamo programmato e sapevamo che non sarebbe stato facile». Bilancio sintetico di Davide Cassani appena sceso dall’ammiraglia. Esordire con una medaglia da ct...
ROMA. «Abbiamo fatto tutto quello che avevamo programmato e sapevamo che non sarebbe stato facile». Bilancio sintetico di Davide Cassani appena sceso dall’ammiraglia. Esordire con una medaglia da ct alla guida della Nazionale era una «mission impossible» non riuscita neanche al grande Alfredo Martini (oltre che a tutti i tecnici dopo di lui). Non è riuscita neanche alla prima Nazionale di Davide Cassani, che ha corso con il ricordo di Martini sul cuore e ha cercato di onorare la maglia azzurra con una corsa di attacco, soprattutto nella seconda parte della gara, come era nei programmi e nelle aspettative.
«Avevamo studiato le previsioni del tempo – dice Cassani – e proprio in coincidenza con il temporale avevamo programmato l’attacco di Visconti e Caruso. Lo scopo era quello di allungare il gruppo, per lanciare poi qualche uomo in fuga. Abbiamo noi acceso la corsa, abbiamo alimentato varie fughe, siamo sempre stati presenti, De Marchi è stato raggiunto a 6 chilometri dall’arrivo. Devo ringraziare tutti i ragazzi perchè hanno corso come una grande squadra».
«Un bravo al progetto di Davide Cassani e a tutti i corridori che hanno corso onorando la maglia azzurra». Il presidente della Federciclismo Renato Di Rocco ha elogiato la squadra azzurra nonostante non sia arrivata la medaglia. «Abbiamo visto una squadra ben orchestrata – ha aggiunto Di Rocco – consapevoli che ci mancava lo sprinter, il finesseur che poteva fare la differenza. La squadra è rimasta compatta fino alla fine, pronta per fare lo sprint. C’è stata un’azione individuale, che ci attendavamo, così è stato però se guardiamo i primi arrivati potrebbero tutti figurare come degni vincitori, questo per dire la difficoltà della corsa».
Grandissima la soddisfazione del vincitore. «La squadra ha preso in mano la corsa – sottolinea Michal Kwiatkowski –, sapevo che avrei dovuto rischiare e alla fine ho vinto. È un’emozione incredibile. Avevo visto cosa era successo tra gli under 23 e sapevo che, transitando da solo sull’ultima salita, sarei potuto arrivare. Ho fatto uno sforzo ed attaccato per non arrivare con un gruppetto e sono stato premiato».
Un successo, quello del 24enne della Omega Pharma-Quickstep, arrivato al termine di un Mondiale quasi sempre tenuto in mano dalla Polonia: «Avevamo deciso sin dall’inizio di controllare la corsa, ai compagni ho detto di sentirmi bene e l’ho confermato a metà gara. Questo oro voglio dedicarlo alla mia fidanzata, alla famiglia e a tutta la Polonia».