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«Un torneo che lancerà un segnale»

di Roberto Sanna
«Un torneo che lancerà un segnale»

Banco, parla il gm Federico Pasquini: una manifestazione sicuramente particolare ma che non è priva di significato

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SASSARI. Siamo ormai agli sgoccioli, poche ore e la stagione ufficiale del basket prenderà il via con la Supercoppa. La Dinamo ieri ha lasciato la Sardegna ed è arrivata a Torino in serata, sabato pomeriggio inaugurerà la manifestazione incrociando in semifinale la Grissin Bon Reggio Emilia nel remake della finale scudetto dello scorso giugno. Verrebbe da dire che il Banco ricomincia da dove aveva finito, in realtà non può non venire in mente che proprio la Supercoppa dello scorso anno, disputata al PalaSerradimigni, diede il via alla cavalcata trionfale dei biancoblù. E il general manager Federico Pasquini fa riferimento proprio a quella circostanza, quando parla di un torneo molto particolarma che assegna comunque un trofeo ufficiale: «La Supercoppa va presa con le molle ma non dimentichiamo che l’anno scorso ha lanciato un segnale per la stagione».

Resta un torneo con tanti punti interrogativi e molte incognite: cosa può fare la differenza?

«Per certi versi è un torneo che arriva troppo presto, le variabili sono tante: bisogna vedere con quanti infortuni arrivano le squadre, quanto hanno lavorato i singoli e quanto come gruppo. Più degli altri anni, forse, stavolta ci sarà grande curiosità verso il nostro team e verso le altre squadre, forse solo Venezia sfugge a certi problemi. Ma nonostante tutto ritengo che questa Superocppa possa dire qualcosa di importante per il resto della stagione».

Parliamo subito delle avversarie: Venezia è quella che ha cambiato di meno, potrebbe essere un vantaggio?

«In teoria potrebbe essere così, ha fatto solo due inserimenti anche se stiamo parlando del nuovo asse play-pivot. Però incontra subito Milano».

L’Armani durante il precampionato non ha entusiasmato, tutt’altro.

«Credo poco a una Milano dimessa, mi aspetto di vedere un’Armani in gran forma e tirata a lucido per questo appuntamento».

Anche Reggio Emilia, come voi, ha cambiato molte facce.

«Sì, ha cambiato abbastanza anche se ha comunque mantenuto l’asse lituano. In generale, va tutto preso con le molle perché contano molto anche le condizioni nelle quali si presentano le squadre e soprattutto gli infortuni».

Adesso tocca a voi, che siete pure i detentori del trofeo: in quali condizioni arrivate alla Supercoppa?

«Noi siamo nella condizione di chi deve cercare il gruppo. In queste partite del precampionato la cosa più importante che ho visto è stata che questi ragazzi non mollano mai. Anche quando avrebbero potuto farlo senza essere poi criticati, come lunedì a Carbonia quando avevamo delle assenze e siamo andati sotto contro un Galatasaray che comunque in quel momento stava meglio di noi. In quelle circostanze è facile lasciarsi andare, invece siamo tornati comunque a contatto. Dal punto di vista del gruppo direi che stiamo andando bene, se parliamo di gioco siamo ancora un po’ indietro».

Joe Alexander ci sarà?

«Penso proprio di sì, ha ripreso ad allenarsi col gruppo dopo quindici giorni di stop e lo stiamo seguendo giorno dopo giorno. Lui a Varnado sono quelli che hanno maggiormente bisogno di continuità nel lavoro, Jarvis deve togliersi di dosso tanta ruggine dopo tre anni da specialista. Diciamo che deve essere un giocatore più europeo e meno americano, ha bisogno di riabituarsi a essere parte di una squadra nella quale ha comunque un minutaggio e un ruolo importante».

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