Due vittorie cambiano la vita La Dinamo non è un’incompiuta
In cinque giorni le imprese con Reggio Emilia e Pistoia hanno fatto svoltare la stagione dei biancoblù Vinto il complesso di Cenerentola, gli uomini di Calvani ora giocano alla pari anche con le prime
SASSARI. Due vittorie ti cambiano la vita. Una squadra che sembrava avere il complesso di Cenerentola, forte con le deboli e debole con le forti, a una giornata dalla fine del girone di andata ha la possibilità di chiudere al comando il girone di andata. L’ipotesi forse meno probabile fra tutte quelle disponibili e tutto sommato anche di rilevanza marginale rispetto ad altri fattori (nonché nemmeno tanto portafortuna, se si pensa alla Brindisi campione d’inverno di due stagioni fa)e che dimostra comunque quale sia stato il salto di qualità fatto dal Banco in appena cinque giorni. Perché le due partite in questione erano di quelle toste e battendo Reggio Emilia e Pistoia non solo i biancoblù hanno guadagnato autostima e punti in classifica, ma hanno contribuito a compattare ulteriormente il gruppo di testa .
Tutti insieme. Appassionatamente. Qualcuno, inevitabilmente ha cominciato a sfilarsi in zona ottavo posto, in compenso questa serie A non riesce davvero a esprimere due-tre squadre capaci di avere qualcosa in più e prendere un paio di vittorie di vantaggio sulle altre. Cosa rara, in un decennio che ha visto prima lo strapotere di Siena e poi la prevalenza economica di Milano concretizzata soprattutto nella regular season. Nel giro di due punti (da 20 a 18) ci sono sei squadre e onestamente si fa fatica a capire i veri valori. Tutti temono Milano, certo, che ha comunque 20 punti ma i rovesci in Euroleague e le continue esplorazioni del mercato in diversi ruoli fanno capire che la situazione è tutt’altro che stabile. In compenso la Dinamo, cifre alla mano, comincia a far sentire la sua presenza: di questo gruppo di sei squadre ha perso solo con Trento, con Milano deve ancora giocare e poi ha battuto Reggio Emilia, Cremona e Pistoia. In più è la squadra campione d’Italia. E, si può aggiungere, ha ritrovato il pubblico, fattore non trascurabile.
Tutto in trasferta. Il bello arriva adesso. La Dinamo rimette in gioco in trasferta tutto quello che ha (e possiamo dire faticosamente) costruito finora. Domenica prossima va a Milano per quello che resta il match più atteso, poi avrà un girone di ritorno con tutti gli scontri diretti fuori casa: a cominciare da Cremona (subito, il 17 gennaio nella prima di ritorno), per continuare con Brindisi e Venezia e finire poi con Trento, Reggio Emilia e Pistoia. Partite durissime, nelle quali dovrà anche cercare di recuperare qualcosina di quello che ha scialacquato nel girone di andata, in particolare nella prima parte. Funzionerà così, in mezzo mettiamoci anche la Final 8 di Coppa Italia (19-21) a rimescolare i valori. Di sicuro non siamo di fronte a una regular season come le ultime due, scivolate via un po’ piatte alla ricerca dell’antagonista di Milano. Qui siamo al mischione da rugby già dalla prima giornata e sicuramente è tutto più interessante e divertente.
La partita. Tutti a Milano. Quando nel 2011 i tifosi biancoblù, ebbri di gioia a Cremona per la conquista dei playoff all’ultima giornata, intonarono quel coro, mai avrebbero immaginato che cosa sarebbe accaduto negli anni successivi. La Dinamo ormai va a Milano per vincere, su un campo che sembra quello di casa per le statistiche e anche per quello che ha saputo fare tra campionato e Coppa Italia, infliggendo sconfitte sanguinose all’Armani. Non a caso si riparte dalla gara7 di semifinale, un momento travolgente difficile da dimenticare. Per il Banco e anche (o forse soprattutto) per l’Olimpia.