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Gli auguri di Alex Frau: «È una Torres perfetta»

Gli auguri di Alex Frau: «È una Torres perfetta»

L’ex fantasista rossoblù prova a spiegare il grande momento della squadra «Ha faticato a calarsi nella realtà dei dilettanti, ma ora ha una marcia in più»

26 gennaio 2016
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Dieci anni di Torres non si possono dimenticare. E Alessandro Frau li conserva bene impressi nella memoria oltre che nel cuore. «Sono un torresino doc – confessa – e ne vado orgoglioso. E’ la squadra della mia città ed è quella che, più di tutte, mi ha permesso di crescere come calciatore e come uomo. Non nego che ancora oggi quando entro al Vanni Sanna mi vengono i brividi». Frau sta seguendo il campionato dei rossoblù da lontano ma è informatissimo e felice del buon momento della squadra.

La Torres ha segnato 14 gol in due partite. Lei che di gol se ne intente ci spiega come si fa?

«La Torres ha fatto un piccolo capolavoro. Segnare otto gol in un derby non è facile. E io non mi ricordo altri risultati così rotondi. Nel 2003 riuscimmo a vincere una partita contro l’Aquila per 6-1 con una tripletta di Udassi, un gol mio e altre due reti firmate da Chechi e Fasano. Era uno scontro salvezza e i giornali parlarono di miracolo. Ho ben presenti quelle emozioni e mi immagino che cosa hanno provato, domenica, i giocatori rossoblù».

Ma c’è un segreto?

«Ci vuole carattere, qualità tecniche e, soprattutto cervello. Io credo che la testa in certi momenti del campionato sia più importante della condizione fisica e perfino delle scelte tecniche. E credo che la Torres in questo momento sia aiutata da un morale che non era mai stato così alto».

A chi dobbiamo dare il merito? Al mister, ai giocatori, all’ambiente...

«Si vince e si perde tutti assieme. La Torres ha avuto un avvio di campionato difficile perchè ha faticato ad adattarsi al cambio di categoria dopo la retrocessione a tavolino dalla Lega Pro alla serie D. Ci ha messo qualche mese per prendere le misure agli avversari ma adesso sta venendo fuori alla grande. Mi auguro che riesca a coronare il sogno della promozione».

Ancora una volta c’è la spada di Damocle di una sentenza sportiva che potrebbe rovinare una stagione fantastica.

«Mi auguro non sia così. Non lo merita la Torres e non lo meritano i suoi tifosi. Anche in questo caso c’è un precedente che abbiamo vissuto sulla nostra pelle nel campionato 2008. Stavamo lottando per i playoff e a tre giornate dalla fine della stagione ci vennero dati 8 punti di penalizzazione in seguito a un’ispezione della Covisoc. Per noi fu una mazzato perchè ci trovammo a un passo dai playout, con il morale completamente a terra. Mi auguro che questa volta vada meglio».

Ha ancora rapporti con qualcuno nella Torres?

«Conoscono bene Marco Sanna e mi capita di sentire Demartis, Gigi Scotto e Fadda. Gli altri li ho visti solo giocare. Mi sembra un bel gruppo».

I tifosi sperano nella promozione e anche i rossoblù se ne stanno convincendo. Lei come vede questo campionato?

«I ragazzi fanno bene a crederci perchè hanno grandi qualità. Credo che il campionato si risolverà in una volata tra la Torres, il Grosseto, la Viterbese e il Rieti. Sono le squadre più forti e, non a caso, sono al comando della classifica. Però attenzione: tutti gli avversari temono molto la Torres e questo è un segnale importate».

Torniamo agli otto gol di domenica. Ha colpito il fatto che fino all’ultimo i rossoblù hanno continuato a spingere per poi correre a festeggiare ogni rete sotto la curva. C’è un perchè?

«Perchè la maglia rossoblù ha un significato e perchè il pubblico di Sassari è davvero il dodicesimo uomo in campo. Io capisco la gioia dei ragazzi e la loro esultanza».

Lo dice uno che ha festeggiato tante volte sotto la curva Nord.

«Credo di essere tra i primi cinque bomber di sempre della Torres. In dieci campionati con la maglia rossoblù ho segnato 53 reti. Non male per una seconda punta».

Che cosa le hanno lasciato in eredità i dieci anni in rossoblù?

«La Torres mi ha regalato emozioni uniche e mi ha permesso di giocare in campionati importanti. Sono contento di quello che ho fatto e non lo dimenticherò mai».

Che differenza c’è tra il calcio ai tempi di Alessadro Frau e quello di oggi?

«Mi sembra che il livello del campionato oggi sia più basso ripetto a quelli di qualche anno fa. Quattro fuoriquota in campo sono troppi e falsano un po’ i valori delle squadre. Detto questo non voglio togliere nulla ai meriti della Torres e ai suoi successi. Per vincere 6-0 a Genzano e 8-0 col Muravera deve aver fato due partite perfette. E da torresino non posso che augurarmi che sia solo l’inizio di una lunghissima serie».

Antonio Ledà

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