Una squadra con la testa “pesante”
Stanchezza mentale e fisica ma anche errori difensivi a ripetizione
CAGLIARI. Quella di Massimo Rastelli è una squadra che ha la testa pesante. E’ stanca non solo sul piano mentale ma anche su quello fisico. Se così non fosse, sarebbe difficile spiegare la metamorfosi tra primo e secondo tempo sia a Como che nella gara di sabato scorso col Lanciano. Ma c’è di più. E’ una squadra impaurita, che ha perso gran parte delle certezze maturate dopo un super girone di andata. Vede il traguardo vicinissimo, sa di avere il fiatone e rischia di farsi prendere dall’ansia.
Saggezza. Il tecnico rossoblù ha dimostrato di essere intelligente e pragmatico. Quando ha capito che c’era il rischio di perdere, è intervenuto togliendo una punta e inserendo un centrocampista. Ha cambiato il modulo passando a un 4-3-3, che in fase di non possesso è diventato 4-5-1. Una mossa per dare più protezione alla difesa ed evitare di perdere le distanze tra i reparti.
Pressioni. L’allenatore del Cagliari non ha tutti i torti quando dice che la sua squadra è sempre sotto esame e non gli vengono fatti sconti. Ma è il destino di chi ha il coraggio di dichiarare da subito il proprio obiettivo. Ma se un calo, in un torneo sfiancante come la serie B, ci sta, bisognerebbe riflettere sul fatto che sono poche le volte che i rossoblù sono riusciti a tenere inviolata la propria porta. Gli errori si sono ripetuti con un frequenza preoccupante e se il Cagliari non è ancora transitato sotto lo striscione con la scritta traguardo, è questo il motivo.
Nervi saldi. Farsi prendere dall’ansia sarebbe un errore imperdonabile. Bisogna stare sereni, non cullarsi sul grande vantaggio e provare a fare un ultimo sforzo. Pensando che battere il Livorno, se chi insegue non vince, potrebbe, finalmente, consentire di togliere dal frigo lo champagne.
R.M.