Muscoli e sorrisi, i 25 anni di “Sergione” con i Giganti
SASSARI. Il primo giocatore americano che si è presentato nella sua palestra, 25 anni fa, saltava come un grillo e con pesi e bilancieri lavorava durissimo. «Era Dallas Comegys, e come lui ne ho...
SASSARI. Il primo giocatore americano che si è presentato nella sua palestra, 25 anni fa, saltava come un grillo e con pesi e bilancieri lavorava durissimo. «Era Dallas Comegys, e come lui ne ho visto pochi». In realtà Sergio Vannoni li ha visti tutti: da un quarto di secolo i cestisti della Dinamo vanno a curare i loro muscoli nella storica palestra di via Degli Astronauti. «È una collaborazione che va avanti da una vita e di cui vado particolarmente orgoglioso, sia dal punto di vista professionale che personale, perché in questi 25 anni alla Sport Club 900 sono nate tantissime amicizie che coltivo ancora».
Come quella con Irving Thomas, centro americano approdato a Sassari nei primi anni Novanta dopo avere giocato con i Lakers. O con James White, che non a caso compare in una gigantografia che copre un’intera parete della palestra. «Ma a parte quella con Thomas, le amicizie più durature sono quelle con i giocatori italiani di tutte le epoche – racconta “Sergione”, due metri di statura e un passato da campione italiano di power lifting –. Da Rotondo a Vanuzzo, da Bonino a Devecchi, ho trascorso con loro ore e ore. I gruppi migliori dal punto di vista umano sono sempre stati i più vincenti: come quello che vinse la B1, con Ricci, Rifatti, Rotondo, Guarino, Carrizo. O come quello di due anni fa: un po’ matti, magari, ma tutti bravi ragazzi».
Come è cambiato nel corso degli anni il modo dei cestisti di allenarsi con i pesi? «È cambiato abbastanza – spiega Vannoni – perché prima ci si concentrava di più sui carichi, mentre ora si fa un lavoro più simile alla ginnastica funzionale. Marco Pinna, per tanti anni preparatore della Dinamo, è stato il primo a introdurre un certo tipo di lavoro, e ora Matteo Boccolini ha portato avanti e sviluppato questa idea in chiave assolutamente moderna. Naturalmente i giocatori lavorano con il preparatore, io non interferisco minimamente». «Il giocatore più forte con i pesi? Comegys mi impressionava – dice Sergione –, come anche Joe Alexander. Il più pigro? Emanuele Rotondo da giovane, perché fisicamente era già un mostro. Poi col tempo è diventato molto più assiduo e si allena ancora oggi». (a.si.)