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Olbia, lascia la porta sguarnita per tornare dal suo amore

di Guido Piga
Maarten Van der Want con la fidanzata, l'olbiese Valentina Demartis
Maarten Van der Want con la fidanzata, l'olbiese Valentina Demartis

Maarten Van der Want abbandona la Paganese e corre in Sardegna dalla sua amata. Due giorni in ritiro poi la decisione: rinuncia allo stipendio ma non alla felicità

29 luglio 2017
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OLBIA. Ha salutato Olbia. Solo lui, Maarten Van der Want, 23 anni, di nazionalità olandese e di ruolo portiere, sapeva che cosa avesse dentro. Non stava lasciando solo una squadra. Non stava solo rinunciando alla maglia bianca a cui ha dato una promozione e una salvezza in serie C. Si stava allontanando dal suo amore. Stava strappando la sua vita.

Ha passato giorni tormentati. Si è guardato intorno. Ha scavato dentro se stesso. Era scosso. Il calcio o i sentimenti? Alla fine ha mollato tutto: il ritiro, la sua nuova squadra, la Paganese. E il calcio. Se n’è tornato a Olbia. Senza più il numero 1 da lucidare sulla maglia. Senza una squadra in cui giocare. Senza lo stipendio. Ma dalla sua Valentina, e dai tre figli di lei che sente come suoi.

«Non me la sentivo più di stare lì, ecco tutto» dice Maarten. Non ce la faceva più: tra la passione per il calcio e l’amore, ha vinto il secondo. Non succede tutti i giorni. Succede raramente. «Non vuol dire che ho smesso per sempre. Magari mi capita qualcosa di nuovo e vedrò che cosa fare. Per ora, è così» spiega. Non vuole fare l’eroe romantico. Non vuole che gli altri pensino che sia così. «È la vita» dice a commento di una settimana che l’ha cambiato profondamente.

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Venerdì 21 luglio Maarten Van der Want arriva a Gubbio. Fa le visite mediche. Tutto ok, dicono i medici. Conosce la Paganese. Tutto ok, dicono anche i compagni. Sabato 22 fa due allenamenti: mattina e sera. Va tutto bene, dicono tutti. Tutto bene. Sorridono. Scherzano. Sognano.

Ma Van der Want sta vivendo un incubo. Nessuno lo sa. Solo una persona lo sa. È a Olbia. È Valentina Demartis. Lui voleva giocare da titolare. Questo sì. Più di tutto. Nell’Olbia non poteva farlo: ha preso Simone Aresti, un portierone, e lui ne sarebbe stato la riserva. Ancora una volta, maledizione.

Non poteva accettarlo. Non dopo aver fatto parate decisive per portare l’Olbia in serie C; come quelle contro la Torres nella finale decisiva. Non dopo averne fatte altre decisive per tenercela, in quella serie C; come quella contro l’Arezzo nell’ultima partita. Se lo sentiva suo, il numero 1 sulle spalle. Se l’è visto strappato di dosso. Non ci ha visto più.

Quando è arrivata la chiamata della Paganese, in serie C, girone C, ha detto sì. Del resto, quella squadra gli offriva tutto quello che desiderava.

Ha fatto i bagagli. Il minimo indispensabile. Ha salutato la sua compagna, Valentina Demartis, olbiese. Un rapporto forte, il loro. Lui lo custodisce gelosamente, in modo riservato. Ci sono i tre figli di lei, piccoli, da salvaguardare; uno di loro lo ha festeggiato come un mito quando mister Bernardo Mereu gli ha ridato il posto da titolare nell’Olbia. È cominciato tutto lì, in quel saluto alla compagna. Van der Want non è stato più lo stesso.

A Gubbio ha scaldato i guantoni, ha corso, ha ascoltato le indicazioni di mister Matrecano. Un giorno. Due giorni. Una notte. Due notti. Poi non ce l’ha fatta più.

Domenica 23 luglio ha chiesto un permesso. Ha lasciato Gubbio. Non per qualche giorno: per sempre. È tornato a Olbia. A casa. La sua casa.

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