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L’Olbia non morde e butta via due punti

L’Olbia non morde e butta via due punti

Con Il Pro Piacenza finisce a reti inviolate: in attacco pesa l’assenza di Ogunseye, Ragatzu si fa in quattro ma non basta

12 febbraio 2018
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OLBIA. Mentre fuori si festeggia il carnevale a fave e lardo, l’Olbia si accontenta di un brodino caldo. Il calcio sa essere semplice e prevedibile, soprattutto se ti manca il centravanti titolare. Lo 0-0 casalingo contro il Pro Piacenza è diretta conseguenza di una sterilità offensiva a tratti quasi imbarazzante. Non che Ogunseye, l’illustre assente per infortunio ai legamenti del ginocchio, fosse un clone di Van Basten, ma la sua importanza per la squadra di Mereu vale quella dell’olandese per il Milan di Sacchi. Oltre ai dieci gol, il giocatore di origine nigeriana garantiva lavoro fisico, centimetri e chili intorno a cui girava la classe di Ragatzu. In attesa che Silenzi jr, appena arrivato nel mercato di riparazione, dimostri di aver preso qualche gene dal padre, l’Olbia non ha in rosa un altro calciatore con queste caratteristiche. Il risultato a reti bianche è, dunque, conseguenza di un’evoluzione tattica che dovrà trovare forme più compiute. Mereu sceglie di partire con il nuovo acquisto Vallocchia nel ruolo di trequartista, pronto a sfruttare gli spazi aperti dalle due punte, Ragatzu e Senesi, che giocano larghe sulla fascia. In difesa Leverbe prende il posto di Dametto, con licenza di impostare il gioco da dietro, sgravando Muroni da compiti di sola regia. Dopo una lunga fase di studio, è un’ottima uscita di Aresti sul lanciato Belfasti ad aprire le danze. Il laterale sinistro dell’inconsueto 4-4-2 di Fulvio Pea, tecnico considerato per lungo tempo allievo provetto del “sacchismo” all’epoca imperante, rappresenta una spina nel fianco per la difesa dei bianchi, che dopo poco più di mezz’ora perdono pure Pisano per infortunio. L’unica occasione da segnalare per la squadra di casa nel primo tempo è un colpo di testa di Iotti su corner, che sfiora il palo alla destra di Gori. Nel secondo tempo l’Olbia parte con maggiore aggressività, sfruttando un Vallocchia che dimostra la giusta dose di talento e buon dinamismo. Pinna a destra ha più gamba di Pisano e Cotali dal lato opposto sale con più frequenza. Ma tutti i cross messi al centro trovano il deserto. Manco a dirlo, quello che si sbatte di più è il solito Ragatzu, costretto a farsi in quattro in fase di non possesso, proponendosi in avanti con il conseguente e inevitabile calo di lucidità. Così sulla sinistra la punta di Selargius semina il panico, ma una volta trova la testa di Pennington, che manda alto e in un’altra occasione la sua serpentina non viene premiata da un tiro svirgolato da Murgia. Da parte sua il Pro Piacenza dimostra di essere poco incline al rischio, vista la precaria posizione di classifica, così che la gara si indirizza sul binario di un pareggio che non accontenta ma almeno regala un punticino. Questo passa il convento in casa Olbia, con una politica dei giovani che si sapeva avrebbe staccato dividendi a lungo termine, rischiando di dover pagare un po’ di interessi nel breve. Gli infortuni di Piredda, Ogunseye e Geroni, ai quali va ad aggiungersi l’ultimo di Pisano, hanno staccato le cedole che l’Olbia deve pagare a un campionato che non aspetta nessuno. Ora i ragazzi di Mereu sono attesi dalla doppia trasferta in terra toscana contro Pistoiese e Siena. Un dittico che promette scintille, perché la serie C non aspetta l’inserimento dei giovani. Occorre, dunque, navigare a vista. In questo senso il pareggio contro il Pro Piacenza è un salvagente, ma per uscire indenni dalle correnti servirà qualcosa di più sicuro e, possibilmente, un po’ meno precario.

Giandomenico Mele

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