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«La strada per salvarsi? Eccola»

«La strada per salvarsi? Eccola»

L’ex Andrea Parola suona la carica: «Adesso conta più il cuore che la tecnica»

03 maggio 2018
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CAGLIARI. Sa che cosa significa trovarsi nei guai. Col Cagliari (tre stagioni per un totale di 72 presenze e un gol) Andrea Parola ha vissuto situazioni complicate, ma è sempre riuscito ad evitare di finire all’inferno. L’ex centrocampista rossoblù in campo ha sempre dato tutto. Giocava con una determinazione che spesso lo portava ad esagerare. La cattiveria agonistica non gli faceva certo difetto. «Non ho visto tutte le ultime partite del Cagliari - sottolinea Parola - ma quella con l’Inter e il primo tempo con la Sampdoria mi hanno lasciato senza parole. Se ci si vuole salvare, lo spirito non può essere questo. Se avessi potuto sarei sceso in campo io. Ho il Cagliari nel cuore e Diego (Lopez ndr) è un amico di cui ho tantissima stima».

Hanno giocato insieme e avevano più o meno lo stesso tipo di carattere. «Lopez era un leader, un ragazzo sempre positivo. In campo dava tutto, non si tirava mai indietro. Un po’ mi sorprende che la squadra non abbia questo spirito».

Come se ne esce? Una domanda alla quale Parola risponde di getto: «Cementando il gruppo, con la voglia e la passione di superare qualsiasi tipo di ostacolo. Io penso che il Cagliari abbia fatto fatica a calarsi nella realtà di lottare per la salvezza, era convinto che a questo punto della stagione sarebbe stato al sicuro. Si è trovato nei guai e non era preparato. Ecco perchè sta faticando. Serve entrare in campo col coltello tra i denti, solo così puoi vincere tutti i contrasti. In questa fase della stagione il carattere conta molto più della tecnica».

Il calendario non sorride ai rossoblù. «È vero - conferma l’ex centrocampista -, il Cagliari affronterà squadre motivate e tecnicamente più attrezzate. Servirà un pizzico di fortuna e l’aiuto del pubblico. Giocare due partite su tre in casa è un piccolo vantaggio, mai come questa volta bisognerà sfruttare il fattore campo. Mi ricordo che noi riuscimmo a salvarci perchè eravamo convinti di potercela fare e in campo sembravamo lupi affamati. I tifosi ci hanno aiutato tantissimo».

La prestazione contro la Sampdoria non fa essere troppo ottimisti. «Ma è da quella che il Cagliari deve ripartire - aggiunge Parola -, prendendo coscienza che una prestazione così non va ripetuta. Io sono fiducioso, una reazione ci deve essere per forza, anche se l’avversario si chiama Roma. A questo punto non devi farti condizionare da nulla. In campo si va undici contro undici, se dai il massimo e lotti su ogni pallone come se fosse quello della vita, puoi battere anche chi è più forte di te».

L’ex rossoblù è d’accordo con la decisione assunta dal presidente Giulini. «Cambiare l’allenatore a tre giornate dalla fine non sarebbe servito a nulla. Diego conosce l’ambiente come pochi ed è legatissimo al Cagliari. Non l’ho sentito e non mi sembra nemmeno il caso di farlo in un momento così delicato della stagione. Lui ha la maglia rossoblù cucita addosso, farà di tutto per stimolare i giocatori, fargli capire l’importanza di vestire colori che rappresentano un’intera regione. Io spero con tutto il cuore che il Cagliari resti in serie A , il suo habitat naturale è questa categoria». (r.m.)



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